Povera città "rapallizzata" dai politici

La nostra inchiesta su politica e affari a Como non segnala illeciti ma alza il velo su un costume ormai abituale

Cara Provincia,
 leggendo le notizie che raccontano dell’impegno e degli investimenti in società immobiliari della moglie del sindaco di Como, di assessori provinciali al turismo e al bilancio e di altri onorevoli personaggi pubblici, mi sono ricordato di un piccolo saggio di Raul Merzario: «Rapallizzare e Comizzare», apparso alcuni or sono. Ci vorrebbe anche oggi il suo genio acuto e ironico per fulminare in una istantanea questo grottesco malcostume ormai così normale che non scandalizza quasi più nessuno. Rapallizzare significa, secondo il vocabolario Palazzi Folena, "Ridurre una città o una località in condizioni estremamente degradate a causa della caotica e incontrollata speculazione edilizia".
 E’ quello che succede a Como sotto gli occhi di tutti, ma senza l’indignazione della gran parte dei cittadini. Che a questo degrado possano contribuire anche gli "investimenti" di chi dovrebbe salvaguardare e preservare, mi rattrista e mi inquieta, e mi impedisce di assistere in silenzio. Vorrei chiedere alla signora Bruni, insegnante al Liceo Classico, e ai signori assessori: pensate che i cittadini comaschi siano tutti degli ingenui creduloni? Da cosa deriva questa vostra propensione per le costruzioni nella nostra città e nelle sue vicinanze? Perché non investite i vostri soldi in fondi etici o in strumenti più asettici e lontani da conflitti di interesse o morali? Non sono domande retoriche.
Tanti saluti e complimenti per le tue coraggiose e puntuali inchieste.

Franco Gerosa

Il primo pensiero è per Raul, un caro amico che ci ha lasciato, ma il cui intelligente contributo di idee è un continuo riferimento per chi si occupa di questa città amandola. Pubblicheremo presto il suo scritto sulla «Rapallizzazione». L’inchiesta de «La Provincia» su politica e affari non segnala illeciti ma alza il velo su un costume che ormai è diventato abituale. Tutto regolare, s’intende. Però ha ragione lei: c’è una netta predilezione negli investimenti di personaggi politici o dei loro parenti per il campo immobiliare. Non vogliamo pensar male e ipotizziamo che questa concentrazione di interessi per il mattone sia giustificata solo dal fatto che fino a pochi mesi fa questo era il settore più redditizio per investimenti piccoli e grandi. Se è così non c’è nulla da nascondere e ci aspettiamo una grande collaborazione da parte dei politici nel raccontare al giornale e quindi nel rendere pubbliche le loro partecipazioni in varie società. Viceversa, il silenzio o la reticenza farebbero nascere qualche dubbio.

Bruno Profazio

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