Sacrifici per tutti, non per i politici

Cane non mangia cane: nessuno deciderà mai di ridurre emolumenti e privilegi

Egregio direttore,
l’altro giorno il nostro presidente della Repubblica ha dichiarato che per gli italiani "si impongono sacrifici" vista la crisi arrivata.
Lo stesso presidente nella stessa occasione poteva anche dire che il primo a fare sacrifici poteva essere lui, avrebbe fatto più bella figura, visto che la presidenza della Repubblica spende, credo, tre volte di più della regina d’Inghilterra nelle spese correnti (vedi il libro "La Casta" ).
Lo stesso Berlusconi aveva detto che eliminava le province, ma ad oggi non ha tirato fuori il discorso, forse ha paura dell’alleato Bossi che più volte ha dichiarato che invece le province sono indispensabili ( a cosa?).
Insomma sprechi, sperperi e soprattutto privilegi (in primis la politica) passacarte, scansafatiche, approfittatori, indulti, leggi ad personam, "lodi alfani" , litigi, questa è l’Italia di oggi, caro presidente Napolitano.
I sacrifici "li imponga" (almeno a parole, visto che non ha poteri legislativi) ai suoi colleghi politici e che diano l’esempio una volta tanto, se hanno coraggio.
Grazie per lo spazio eventualmente concessomi.
Con stima.

Francesco Antonio Caterisano

Caro lettore,
come darle torto. Purtroppo, l’abbiamo scritto mille volte, in politica vige sempre la legge sovrana per cui "cane non mangia cane", la legge più bipartisan che vi sia nel senso che la applicano tutti, destra e sinistra, senza distinzioni. Il presidente della Repubblica, come scrive lei non ha poteri in tal senso, se non sulle spese del Quirinale. E nessun politico deciderà mai di ridurre emolumenti e privilegi dei politici perché vorrebbe dire segare il ramo dell’albero della cuccagna su cui sta seduto. Più facile e comodo chiedere, anzi "imporre", come scrive lei citando il presidente della Repubblica, i sacrifici agli italiani che peraltro continuano a votarli, nonostante i partiti si siano arrogati, con l’attuale legge elettorale, anche la scelta degli eletti.
Riguardo alle province che, di questi tempi (non ce vogliano i tanti amministratori di questi enti) rappresentano un lusso sembra difficile pensare che Tremonti possa eliminarle (e forse lo farebbe anche volentieri) nel momento in cui un partito alleato alla Pdl, la Lega Nord, si fa vanto di averne portata a casa addirittura una nuova: quella di Monza-Brianza.

Francesco Angelini

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