Studenti somari? Ma al ministero fanno peggio...

La nostra fabbrica del sapere va profondamente riformata

Negli scorsi mesi i nostri figli sono stati più volte messi alla berlina su giornali e televisioni, accusati di essere i più asini d’Europa perché non all’altezza del rendimento scolastico dei loro pari età. Nella circostanza, timida mi era parsa la difesa da parte dei professori e dell’ambiente della scuola nel suo insieme. Non erano anzi mancati risolini di sufficienza e addirittura di compatimento, quasi a voler dare a intendere che la scarsa efficienza degli studenti fosse in qualche modo da attribuire alle famiglie, che non  li seguono come dovrebbe essere loro dovere. Adesso che gli esami di maturità ci dimostrato l’incompetenza della scuola ai suoi più alti livelli, visto che non è nemmeno capace di proporre agli studenti dei corretti testi d’esame, quali altre colpe vogliamo imputare ai genitori? Dobbiamo per caso processare le parentele dei funzionari ministeriali e dei loro consulenti?

Marco Fioretti
Mail

Quant’è accaduto per l’avvio della maturità è rivelatore, purtroppo attendibile, d’alcuni dei cronici difetti nazionali. Riscontrabili nella scuola, e lo dimostrano gli errori nella proposizione delle prove d’italiano greco e inglese, ma anche altrove. Il problema non sta solo in Montale, e nella sua ignoranza da parte di chi dovrebbe averne familiarità, ma sta a monte, nella non rimozione delle negatività storiche del nostro “dna”. Non sappiamo neppure cos’è la riservatezza, per esempio. E difatti il contenuto di temi e altri specifici argomenti sui quali i ragazzi erano chiamati a cimentarsi, era noto prima che il cimento avesse inizio. Con  il risultato di favorire i più scaltri, lesti ad entrare in classe con in tasca la risposta ai quesiti sottopostigli. Non sappiamo neppure cos’è la competenza, e perfino a proposito d’un celeberrimo poeta: figuriamoci riguardo al resto. Non sappiamo neppure cos’è il metodo, e nello scegliere una versione (un tema, un problema) ci si affida a internet tralasciando controlli, analisi, verifiche. Non sappiamo neppure cos’è l’organizzazione, impiegando un esercito d’un centinaio di funzionari, professori e consulenti per predisporre i contenuti degli esami senza che alcuno ne coordini e riguardi il lavoro. Non sapendo tutte queste cose, e molte altre, dovremmo almeno tirare la conclusione che la fabbrica del sapere va profondamente riformata. Invece tiriamo a campare, che è un’altra imprescindibile caratteristica del costume tricolore, facendoci conoscere nel mondo come dei campati per aria.

Massimo Lodi

© RIPRODUZIONE RISERVATA