Como e i bresciani:
il mistero continua

Il presidente Di Bari non ha dubbi: è una trattativa seria. Ma i nomi non vengono a galla. Oggi in tribunale un'altra udienza sul caso Zambrotta per l'indennizzo Uefa

COMO Una lettera d'intenti. Forse non proprio un accordo ufficiale, ma «qualcosa di molto serio». Questo spiega Antonio Di Bari, parlando della trattativa con il gruppo bresciano - pare si tratti di persone della Val Trompia - che sarebbe interessato a comprare il Como. Condizionale d'obbligo più che mai, nonostante l'ottimismo del presidente sulla conclusione positiva della trattativa. Perchè si continui a tenere nascosta l'identità degli acquirenti non è spiegabile che per una ragione, il rischio che la trattativa possa non andare in porto. Senza contare il fatto che, comunque, è già strano di per sè che persone che non vogliano farsi vedere vadano poi a incontrare la squadra pubblicamente a Orsenigo e a promettere un premio senza aver prima stabilito se acquistare o meno il Como. Una mossa che non ha certo aiutato a rendere sereno il clima all'interno dello spogliatoio, dove l'incertezza sul futuro in questo momento regna sovrana, come se non bastassero i problemi di classifica.
«Mi hanno chiesto loro di poterlo fare - ha commentato Di Bari -, così come mi hanno chiesto di poter tenere riservata la loro identità sinchè le cose non saranno chiuse. Ma, ripeto, parliamo di persone serie e di una situazione che può davvero andare a buon fine». In che termini e quando? «Nei prossimi giorni avremo un altro incontro importante per valutare insieme la situazione contabile. Ci sono sopravvenienze passive da valutare a cui ci impegneremo noi a far fronte, è chiaro che loro hanno tutto il diritto di valutare con cura la situazione. Le loro buone intenzioni di acquistare il Como sono comunque certe».
Come quelle, ormai dichiarate, di Di Bari di cedere la società, quantomeno la sua parte. Cosa che farà molto probabilmente anche Rivetti, stando a quanto detto dal presidente. Del resto, questa è un'idea più volte espressa. Anche se il parere del vicepresidente non è ancora del tutto chiaro.
Venerdì, a quanto si è appreso, ci sarà un nuovo incontro tra le parti per entrare più nel concreto della documentazione contabile. E forse per arrivare a un passo in più nella trattattiva. Quando però, di fatto, si potrà chiudere tutto - se si chiuderà - è ancora un po' difficile stabilirlo. A quanto si è appreso, tra l'altro, perlomeno sino al tardo pomeriggio di ieri ai soci di minoranza non era ancora stata formalizzata alcuna comunicazione. E, in base allo statuto societario, è comunque necessario che questo avvenga dal momento che i soci minoritari hanno comunque l'eventuale possibilità di esercitare una prelazione sulle quote messe in vendita dagli altri soci. A cui devono rinunciare per iscritto.
Giovedì, intanto, in Tribunale a Como è in programma una delle note udienze sul "caso Zambrotta". Nel caso specifico è in ballo il passaggio di Gianluca dal Barcellona al Milan. La questione è nota: il Como ha incassato l'indennizzo Uefa che secondo le norme internazionali è dovuto alla società di origine di un calciatore nel momento di un suo trasferimento tra società estere. Stesso caso accaduto per il passaggio precedente di Zambrotta dalla Juventus alla società spagnola. Il "fallimento" del Como, attore della causa, sostiene però di avere diritto a quelle cifre, in quanto dal 2006 il Como è una società nuova, essendo il Como precedente fallito. Il Calcio Como, rappresentato dallo studio comasco dell'avvocato Manfredi, sostiene che la questione non avrà ripercussioni sulla società. Che, in caso invece di diversa sentenza, dovrebbe restituire una cifra complessiva intorno agli 800 mila di euro. Nel caso della questione in discussione oggi, si parla di circa 350 mila di euro più interessi che a questo punto cominciano a diventare sostanziosi.
Potrebbe in qualche modo questa vicenda influire sull'esito della trattativa in corso in questi giorni? Probabilmente no, anche perchè la sentenza - e soprattutto la sua esecutività - non è detto che possa arrivare a breve. Sempre meglio, però, non dimenticarsene. Nè tantomeno dimenticarsi di informare chi sta acquistando, chiarendo subito chi dovrà accollarsi eventuali e malaugurate - per il Como di oggi - conseguenze.
Intanto la squadra e lo staff si interrogano su quello che sta succedendo e su che tipo di conseguenze potrebbe avere. Come detto, non è questo il clima più sereno in cui lavorare. Si è detto anche dell'arretrato di stipendi - situazione conferrmata dallo stesso Di Bari - che però di suo non sarebbe una grande anomalia rispetto a ciò che accade nel calcio italiano, e non solo a livello di Prima divisione ma anche più su. Il problema diventa diverso in una situazione come questa, in cui va capito quanto dall'ingresso di eventuali nuovi proprietari possa strettamente dipendere la situazione dei calciatori.
«Non posso aggiungere altro a quello che dice il presidente - ha commentato il notaio Leoni, nello studio del quale martedì si è svolto l'incontro con le persone poi recatesi a Orsenigo -: di una cosa però sono certo, si tratta di una trattativa seria, con persone affidabili». Questo è quanto.

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