Cessione del Como:
guerra sui ruoli operativi

Chi entrerà - in primo piano ora un gruppo piemontese - vuole suoi uomini e la possibilità di decidere

COMO Come finirà? Il nodo sulle trattative che sta conducendo Di Bari con due differenti cordate per l'ingresso nel Calcio Como, sembra vertere sulla gestione sportiva. Sia il gruppo di imprenditori bresciani che discute con il presidente del Como da settimane, che quello di personaggi piemontesi (tra i quali quel Manuali che già oggi gestisce il settore giovanile) sarebbe in corsa per avere una quota attorno al 30/40%. Ma in tutti e due i casi la chiusura della trattativa sarebbe subordinata al fatto di portare uomini di calcio a gestire la squadra. In sostanza: non vorrebbero entrare nel Como limitandosi a fare da spettatori alla gestione di Bari. ll presidente del Como sin qui ha tenuto fortemente duro su questo punto, sventolando la figura di Degennaro come uomo di calcio sul campo. E comunque ci pare molto difficile che un appassionato come Di Bari, il quale può vantare due promozioni e una salvezza in tre anni, accetti lui di fare il soprammobile sulle decisioni. 
Giovedì sulla questione piemontesi si dovrebbe sapere qualcosa vicino a un verdetto. Mentre per quanto riguarda i bresciani, Di Bari ha cessato le trattative, anche se gli imprenditori in questione restano allerta in caso di fallimento dell'altra trattativa. Il nodo della questione, però, è che la società ha bisogno di soldi freschi per poter ripianare il bilancio (approvato l'altro giorno, ma ci sarebbe da fare una iniezione di 450.000 euro: un mese di tempo) ma soprattutto per pagare la gestione da luglio a oggi. Che perde colpi, come testimonia la vicenda degli stipendi ai giocatori in ritardo. Se il Como non paga gli stipendi entro il 15 novembre, rischia anche una penalizzazione in punti come prevede il nuovo giro di vite sulle questioni amministrative delle società. Dunque Di Bari farà di tutto per sistemare la questione entro quella data.
Vedremo se questo passerà attraverso lo sblocco di una delle due trattative. Certo è che ormai, quella della cessione del Como è diventata una partita a poker. Perché Di Bari, più i giorni passano, più potrebbe essere costretto a calare le sue richieste, siano esse economiche od operative, nel senso degli incarichi all'interno dell'organigramma. Mentre Rivetti, per conto suo, lavora a un'ipotesi di imprenditori comaschi capitanati dal manager di Van de Sfroos Battocchi, al secondo giro (già in luglio si era fatto avanti). Aspettiamo la soluzione del rebus da cui potrebbe dipendere il futuro anche sportivo della stagione in corso, e non solo societario.
Nicola Nenci

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