Como, Centi promuove il vivaio
«E adesso cresceremo ancora»

Il bilancio di fine stagione del responsabile del settore giovanile azzurro

La stagione è finita in anticipo e senza verdetti. Con Giancarlo Centi, responsabile del settore giovanile del Como, la ripercorriamo: «L’inizio è stato duro - dice l’ex bandiera azzurra -. In tre settimane abbiamo dovuto fare tutto. Non sapevamo quante squadre allestire, dove ci saremmo allenati, dove avremmo giocato, i trasporti, quali istruttori prendere, quali dirigenti: sembra una cosa da poco, ma le criticità erano tante e non sapevamo dove andare a parare. Questi sette mesi sono serviti quindi per capire meglio come indirizzare il nostro progetto futuro».

Quindi in questo periodo di quarantena siete al lavoro? «È giusto che gli istruttori continuino ad aggiornarsi e a informarsi: devono essere curiosi, quello è il loro lavoro. Noi dobbiamo far sì che i nostri ragazzi vivano questa esperienza come una progressione didattica un po’ come succede a scuola, ma nel rispetto dei ruoli. Peccato perchè questo era il periodo per fare valutazioni sia interne che esterne, in ottica scouting».

Come vi siete trovati al Lambrone? «È un bel posto con tre campi in erba sintetica e con due piscine. È ben gestito e ci troviamo bene».

Quanto vi manca invece Orsenigo? «Per chi come me ha passato tanti anni lì diventa una seconda casa, conosci tutto, c’è un trascorso, ma ce ne dobbiamo fare una ragione. Poi non è detto che la società nel corso degli anni non faccia un suo centro».

Intanto il settore giovanile si allarga. «Sì, dalla prossima stagione saranno al via anche un’altra squadra di Allievi e due squadre femminili Under 17 e Under 15 gestite da Garavaglia. È un obbligo della Federazione, ma il Como poteva appoggiarsi a qualcuno esternamente, invece la società ha voluto farlo in prima persona e questo fa capire la bontà del progetto».

A proposito di società, puntate molto sul vivaio: «La grande forza è che il direttore sportivo Ludi è molto vicino al settore giovanile. E il merito è anche di Gandler che ha trovato persone che riescono a star bene insieme. Tutti hanno voglia di fare, ma questo non deve sfociare in tutto e subito. Bisogna fare le scelte oculate, e bene, mai nessuno ci ha messo pressione. Secondo me la politica dei piccoli passi nel calcio è importantissima, non ha senso spendere una marea di soldi al primo anno per poi trovarsi spalle al muro».

Il fatto di avere tante società professionistiche in Lombardia non aiuta: «Noi siamo circondati da Atalanta, Milan, Inter che hanno potenzialità enormi e poi, Renate, Lecco, Monza e probabilmente Pro Sesto. Un conto è fare il settore giovanile da più anni, un conto è farlo da pochi mesi. Queste società hanno la continuità che a noi è mancata due o tre anni fa. Prima di quel periodo noi eravamo la seconda società a livello di classifica di Lega Pro come settore giovanile in concomitanza con lo scudetto Allievi. Adesso ci vorranno anni per ritornare a quel livello».

È fiducioso che si possa iniziare ad agosto con gli allenamenti? «Io metterei la firma per iniziare a settembre, almeno me lo auguro».

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