Como, the last dance
È quella dei vincitori

A Novara la passerella della squadra che ha già in tasca la B

È un cerchio che si chiude. Il cerchio perfetto. Giacomo Gattuso torna a Novara da vincitore. Una partita a cui pensa da mesi, per tanti motivi. Ma arrivarci in questo modo forse non era neppure nel più bello dei suo sogni.

«E questo mi darà ancora più emozione, mi farà un effetto pazzesco. Fin dall’inizio avevo ovviamente visto subito il calendario, ma era presto per pensare a qualsiasi cosa. Strada facendo ho cominciato a pensarci spesso, anche all’idea che proprio lì avremmo potuto giocare la partita decisiva. Ci ho pensato tantissime volte, anche con tensione. Fortunatamente ci arriviamo in un altro modo, ma sarà comunque un’emozione fortissima, perchè lì ho trascorso diciassette anni splendidi».

E adesso ci torna da allenatore neopromosso, con addosso ancora tutte le sensazioni di domenica, «ed è sempre bellissimo, come è stato in quel momento. Sono ancora pieno di gioia, di soddisfazione, della convinzione che questo trionfo ce lo siamo veramente meritato tutti. Sono felice per noi, la società, i tifosi».

E Novara sarà la passerella finale, dedicata anche a chi tra i suoi giocatori ha potuto avere un po’ meno spazio degli altri. «Perchè questa vittoria è di tutti, ed è un giusto premio per chi è stato meno in campo ma ha comunque dato un contributo enorme al gruppo, nello spogliatoio».

Non sarà comunque una rivoluzione totale, «qualcosa di certo cambierò, ma nemmeno troppo. Vorremmo comunque andare a giocarcela», anche se, ammette Jack «tra la stanchezza e i festeggiamenti, i ragazzi non sono proprio in grandissima forma. Il traguardo più importante l’abbiamo conquistato, adesso diciamo che non dipende più da me ma da come stanno loro, dalla voglia che avranno loro. È vero, adesso dopo tante tensioni hanno la testa libera, e giocare più spensierati a volte può essere meglio, Ma è anche vero il contrario, che giocando troppo rilassati si perde anche la giusta tensione. Vedremo».

Nessuno si arrabbierà. Questo è certo. Nè oggi a Novara, né per il successivo impegno in Supercoppa. «Comunque nei limiti del possibile ci teniamo a fare bene».

Per quanto riguarda la formazione di oggi, ci saranno quindi delle sorprese. Sicuramente saranno assenti i due squalificati Bellemo e Solini, cambierà probabilmente qualcosa anche in attacco. «A tutti questi ragazzi io sarò sempre riconoscente, li ringrazierò per tutta la vita».

Quanto è cambiato il mondo rispetto solo a una settimana fa. Ma quanto tutto questo potrà cambiare la carriera professionale di Gattuso?

A questo il mister non sa ancora rispondere. «Sicuramente, al di là delle emozioni, questo è anche un successo importante dal punto di vista professionale. Ma non so cosa cambierà e se la mia carriera cambierà. Del futuro parleremo dalla prossima settimana, ragioneremo insieme alla società. Adesso mi godo solo questo momento».

E le altre grandi emozioni che a lui in modo particolare questa partita può riservare. Nel posto che per tanti anni è stata la sua seconda casa, nello stadio dove tanti anni fa salvando il Novara e provocando la retrocessione del Como pianse amaramente sotto la curva comasca, insieme ai tifosi.

Tutt’altre lacrime ha versato in questi giorni, il destino questo cerchio l’ha proprio chiuso, come meglio non si sarebbe potuto sognare.

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