Gabrielloni: «Ancora Como
perchè qui sto benissimo»

Quarta stagione consecutiva in biancoblù per il bomber

Il primo a firmare il rinnovo due anni fa in serie D, il primo a firmare il nuovo contratto l’anno scorso in C. Quest’anno non c’era fretta, ma per ribadire il suo legame con il Como, e viceversa del Como nei suoi confronti, Alessandro Gabrielloni ha firmato prima possibile l’allungamento del suo contratto, fino al 2022. E di muoversi da qui, per ora, non ci pensa proprio.

Alessandro, e fanno quattro. Quarta stagione con questa maglia.

E ci sto benissimo. E’ la prima volta che mi lego per tutto questo tempo a una squadra, e non sento l’esigenza di cambiare. Ho un legame forte con questo ambiente, ne sento la fiducia, la stima.

Delle tue qualità intanto si sono accorti in tanti. Si dice che anche Corda ti abbia corteggiato a lungo l’anno scorso per portarti via con lui...

Sì, tra noi è rimasta stima, so che mi avrebbe voluto, ma non ho mai pensato di muovermi. Così come so che ci sono stati interessamenti di altre squadre nei miei confronti. Anche dopo questi mesi di campionato in C. Ma sinceramente il mercato è una cosa che non mi piace, la mia priorità è sempre quella di restare qui. Chiaro, bisogna sempre valutare nel concreto come si evolvono le cose, non solo i propri desideri. Ma questa ulteriore offerta di allungamento è un segnale importante. Che mi stimola ancora di più.

Trentadue gol in una stagione intera e due mezze, la prima in D e quella dell’anno scorso. Difficile trovare punti negativi in questo percorso nel Como.

E’ stato un bel cammino, sì. Anche se io sono molto esigente con me stesso, non mi accontento facilmente. Ci sono stati momenti in cui ho segnato un po’ meno, ma posso dire effettivamente che i momenti di difficoltà sono stati pochi, e sempre superati. L’unico neo, che ancora mi dà fastidio, è stata quella domenica a Carate in cui abbiamo perso la promozione, due anni fa.

In che cosa ti senti cresciuto, migliorato, da quando sei a Como?

Sicuramente ho più consapevolezza di me stesso, delle mie capacità, di quello che posso fare. E un po’ di esperienza in più che sicuramente serve.

Oltre alla riprova, nei mesi scorsi, di poter essere forte anche in serie C.

Per me, l’ho detto spesso, era un anno anche di rivalsa, visto che le precedenti esperienze in C non erano andate bene. Per cui sono soddisfattissimo. Anche perchè sulla carta io partivo come riserva, dietro a due nomi dal curriculum ben più importante del mio, come Ganz e Miracoli.

Alla faccia della riserva, tre gol nelle prime due partite di campionato...

Sì, ma non partivo come primissima scelta. Ho dimostrato sul campo di poter giocare titolare, ma con quei compagni era anche logico. Io sono partito senza troppe aspettative ma senza darmi nessun limite, cercando di giocare e di segnare il più possibile.

E ci sei riuscito, come del resto gli anni prima. Al fianco di tanti compagni d’attacco diversi.

Non chiedetemi con chi mi sono trovato meglio, anche perchè sono tutti giocatori dalle caratteristiche differenti. Gobbi, Fusi, Dell’Agnello, Bradaschia, Camarlinghi, Molino, Meloni e poi Cicconi, Ganz...

A proposito di Ganz, sulla carta il più bomber dei due avrebbe dovuto essere lui...

Forse per le sue caratteristiche sì, ma siamo comunque andati bene insieme.

E adesso, altre possibili novità. Di compagni e di modulo. E il ruolo di punta centrale dovrebbe essere tuo...

Vedremo chi arriverà, che caratteristiche avrà o avranno. Io mi adatto, mi metto a disposizione come sempre. Intanto in questi giorni ci stiamo allenando con la solità intensità e i soliti metodi del mister. Per cui, tantissimo lavoro.

Pesa di più dopo questi mesi?

Forse sì, ma è normale essere stanchissimi nei primi giorni di ritiro.

Non si può non chiedertelo, dopo la tua laurea. Che hai pensato vedendo Alessandro Spanò il capitano della Reggiana ritirarsi dopo la promozione, per dedicarsi agli studi? Anche lui ha ventisei anni, come te.

In qualche modo ho invidiato e apprezzato il suo coraggio nel prendere questa decisione, ha la mia massima stima. Anche perchè dopo una promozione, con uno stipendio sicuramente buono, non è da tutti. Ma io non lo farei di certo. Il mio lavoro è il calcio, che è anche la mia passione. La mia strada è questa. Anche se non nascondo di voler continuare ad approfondire gli studi, devo ancora scegliere come, ma lo farò. Il calcio ci lascia tanto tempo libero durante la giornata, ed è davvero un peccato sprecarlo. Ma la mia priorità resta una: giocare e segnare il più possibile.

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