Il Como e l’addio definitivo a Orsenigo
Gandler: «Optato per altre soluzioni»

Niente da fare dopo l’asta per il fallimento. Il nuovo Ceo: «La nostra offerta era forte»

Stavolta l’addio è definitivo. L’addio del Como al suo storico centro sportivo. Niente Como, niente Inter, è stata la terza realtà in corsa all’asta ad aggiudicarsi Orsenigo. Un’assegnazione che verrà sancito nel giro di qualche settimana, dopo tutte le verifiche e gli adempimenti necessari. Ed è un’altra realtà locale, un’azienda locale (tutte le piste portano alla Eldor di Orsenigo), ad aver vinto una corsa a tre che ha portato il prezzo del centro a essere venduto a poco più di un milione e mezzo di euro. Le conferme ufficiali sul nuovo proprietario arriveranno.

È certo, certissimo invece, che le due società calcistiche siano state battute. La conferma è arrivata dalle società stesse nelle primissime ore di ieri pomeriggio. Battute anche per scelte diverse, non per motivi strettamente economici. Pare che nel corso della settimana in cui si è svolta l’asta telematica si siano susseguiti diversi rilanci, la base di partenza era di poco inferiore agli 800.000 euro, con rilanci minimi di 40.000. Non è dato sapere chi tra Como e Inter possa aver ostacolato di più il vincitore, ma la cifra di assegnazione è quasi raddoppiata. E a questo punto evidentemente le due società hanno preferito prendere in considerazione delle soluzioni alternative.

Il commento di Michael Gandler del resto è esplicit. «Abbiamo fatto un’offerta forte – ha spiegato il Ceo del Como -, ma alla fine abbiamo pensato che sarebbe stato meglio investire quella stessa cifra in un’altra struttura. Naturalmente sappiamo che Orsenigo ha un posto importante nella storia del Club, ma in questo momento riteniamo sia giusto concentrarci nello sviluppo di un’infrastruttura più adatta alle nostre ambizioni e al nostro futuro».

Già nei giorni scorsi, del resto, Gandler aveva chiaramente detto che il centro interessava ma non c’era l’intenzione di spingersi troppo oltre con le cifre, e così è stato. Al nuovo Como, peraltro, interesserebbe un centro sportivo di dimensioni maggiori in cui concentrare l’attività che è nei programmi futuri. Potrebbe essere l’area sportiva di Casnate a suscitare l’interesse della nuova proprietà, che ribadisce comunque il suo interesse ad avere un centro di proprietà. Del resto il gesto di interessarsi all’acquisto, e probabilmente di effettuare anche qualche rilancio, è stato fatto ed era concreto.

In quanto all’Inter, è possibile che la società nerazzurra abbia più di una alternativa, considerate anche le condizioni in cui si trova ora il centro di Orsenigo, quasi completamente da rinnovare e ristrutturare. Da due anni, ormai, è uno spazio totalmente inutilizzato. Il club milanese aveva nei suoi progetti l’idea di concentrare lì la sua attività femminile, un’idea che riguardava anche l’utilizzo del Sinigaglia per le partite. Da vedere ora se le due cose viaggiano per strade indipendenti.

Tornando alla ormai ufficialmente ex casa del Como, quello che è successo certamente colpisce tutta la tifoseria, che desiderava ovviamente un ritorno nel luogo che ha contato di più nella storia del Como, perlomeno tanto quanto lo stadio Sinigaglia. Sul cancello del centro c’è ancora la targa che ne ricorda l’intitolazione a Mario Beretta, uno dei presidenti del Como più amati. Forse ora il nome cambierà.

La vicenda è definitivamente chiusa, una vicenda che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile. E che non è certamente imputabile a chi sta cercando adesso di investire sul Como, ma a chi, anche se non per provocare tutto ciò, il centro sportivo l’aveva già portato via dal Como qualche anno fa, intestandolo a un altro proprietario, la poi fallita S3C. Una mossa che nessuno prima aveva mai osato fare, perchè Orsenigo il Como l’ha perso quel giorno.

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