«A Cernobbio in tunnel
E sul lago solo i pedoni»

È il sociologo Magatti a lanciare la proposta: «Da Villa Olmo a Tavernola, un’unica area pedonale»

Un tunnel da Villa Olmo a Tavernola. A proporlo è Mauro Magatti, sociologo comasco e professore all’Università Cattolica di Milano. Un tunnel che, nell’idea del sociologo, dovrebbe togliere le auto dalla via per Cernobbio, riconsegnando un tratto di città a comaschi e turisti, con la promozione di attività commerciali e la creazione di una pista ciclabile a ridosso del lago.

Como, nel pensiero di Magatti, non è ancora del tutto “conscia” del suo ruolo, sempre più centrale, a livello turistico, ruolo che la proposta del tunnel aiuterebbe a sviluppare: «Como è sempre più turistica - spiega Magatti - ma spesso la città non è in grado di capirlo».

Uno sviluppo territoriale che, per il sociologo, passa anche dalla pedonalizzazione della via per Cernobbio e che aprirebbe nuove prospettive a turisti e cittadini: «Serve riconsegnare la bellezza di Como e del suo lago, oltre a livello turistico, anche a chi abita la città sviluppando la zona pedonale verso Cernobbio e creando nuovi spazi per godere del lago in modo diverso». L’opera, nell’idea di Magatti, si svilupperebbe tramite galleria sotto la montagna tagliando di fatto la direttrice Como-Tavernola e andando a creare un tunnel che metterebbe Como sempre più al centro di uno snodo di passaggio fondamentale da Milano alla Svizzera: «L’opera sarebbe sicuramente impegnativa da realizzare ma ce ne sono molte di questo tipo e non sarebbe di certo fuori misura», spiega Magatti. Un tunnel che, togliendo le auto dalla strada lungo il lago e lasciando di fatto solo un passaggio aperto a chi abita nelle case sulla via per Cernobbio, creerebbe spazi urbani nuovi con la valorizzazione dell’area. «Con un progetto di questo tipo cambierebbe la qualità di vita dei comaschi e cambierebbe l’utilizzo del primo bacino del lago», spiega Magatti. Un primo bacino che «va immaginato per il XXI secolo» e che il tunnel potrebbe valorizzare, anche sviluppando un turismo diverso dal “mordi e fuggi” tipico della città: «Il problema è che il turista a Como fa, di solito, un giro di un’ora e mezza in centro, si ferma un giorno e poi se ne va. Dobbiamo creare le condizioni perché trascorra più tempo». E la creazione di uno spazio urbano, con accesso al lago e pista ciclabile, sarebbe un incentivo per lo sviluppo di un turismo diverso. Un’idea per la realizzazione della quale serve, secondo Magatti, che «si uniscano le forze per far sì che quello che sembra impossibile diventi possibile».

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