«Amianto nel torrente»
È allarme a Drezzo

Arrivano da un affluente della Faloppia le acque bianche segnalate dai volontari della Val Mulini: «Nessun ente ci ascolta, dalle analisi private che abbiamo fatto fare rilevati anche idrocarburi e metalli»

Scorre acqua bianca nella natura intorno ai centri abitati. Bianco: è la tinta sospetta di un anonimo torrente che scorre fra Drezzo e Faloppio e che affluisce nella Faloppia, fiume transfrontaliero in Val Mulini, già sede di controversie di confine sulle responsabilità dei periodici inquinamenti.

A notare il colore anomalo, alla fine dell’ottobre scorso, è stato il Comitato di Volontariato per la Tutela della Val Mulini 1631 ( data simbolica che ricorda la fine della peste a Ronago) e s’è mobilitato in proprio per stabilire l’origine del presunto sversamento di materiali sconosciuti.

«Ci siamo rivolti agli enti preposti, per sollecitare un sopralluogo, controlli e ricerche di responsabilità. Ma non abbiamo avuto seguito», è ancora rammaricato Alessandro Zangrandi, coordinatore del Comitato, insieme ad Anna Passatore, una delle socie.

«Arpa, Comune e Noe, nucleo operativo ecologico dei carabinieri – risponde Zangrandi – per noi erano gli enti preposti. Ma sono sovraccarichi di lavoro e l’Arpa risponde alle chiamate delle pubbliche amministrazioni, non dei privati cittadini. Il comandante della Polizia locale di Colverde, Palmeroni, ci ha subito contattati per dirci che avevano ricevuto la segnalazione e che se ne sarebbero interessati. Ma i continui sversamenti, visibili fino in valle, ci hanno allarmati ancora di più e spinti a far analisi in proprio».

Così, il Comitato s’è rivolto ad un laboratorio di analisi di Fino Mornasco, ha pagato di tasca propria e nei giorni scorsi, ha ricevuto il risultato: nel torrente, insieme all’acqua, scorrono amianto, tremolite, idrocarburi, cromo, ferro e sedimenti.

Altri dettagli e la replica del sindaco Tolettini sul giornale in edicola venerdì 29 gennaio.

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