Beni sequestrati al boss
C’è persino un ranch

Fino Mornasco: Bartolomeo Iaconis dichiarava 60 euro all’anno, ma aveva beni per un valore pari a 1,7 milioni. Carabinieri e antimafia mettono i sigilli a una sala giochi a Cadorago e a ben 28 immobili tra Appiano e Oltrona

Mentre in cella attende il processo che lo vede imputato per l’agguato mortale, in puro stile mafioso, al bar Arcobaleno di Bulgorello, Bartolomeo Iaconis viene raggiunto da un altro provvedimento della magistratura: il maxi sequestro dei beni della sua famiglia. La sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano ha emesso un provvedimento di sequestro - richiesto dal pubblico ministero dell’antimafia Sara Ombra eseguito dai carabinieri e dagli uomini della polizia giudiziaria della Direzione distrettuale antimafia.

Sotto sequestro sono finiti ben 28 immobili riconducibili, secondo all’accusa, a Bartolomeo Iaconis, 61 anni, condannato in via definitiva a 14 anni per associazione per delinquere di stampo mafioso (in quanto considerato esponente di spicco della locale di ’ndrangheta a Fino Mornasco all’epoca dell’operazione contro il clan Mazzaferro) e finito in cella lo scorso anno con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Franco Mancuso, freddato mentre era seduto al tavolino di un bar a Fino l’8 agosto 2008.

Negli ultimi due giorni gli uomini dell’antimafia hanno così messo i sigilli a una palazzina ad Appiano Gentile (una casa di cortile, ristrutturata, nella zona centrale del paese) e un box, e a due società: una che gestisce a Cadorago una sala di videogiochi, formalmente intestata alla moglie di Iaconis, e l’altra è l’azienda agricola Bart, titolare di un ranch con cavalli e terreni, intestata invece al figlio (incensurato) del boss. All’interno dell’allevamento, che si trova a Oltrona San Mamette e che conta 20 cavalli, dei quali tre per manifestazioni e corse, sono stati sequestrati pure una piccola abitazione, un trattore e mezzi per il trasporto degli animali, oltre a una Fiat 500 e a un furgone da lavoro.

L’articolo completo su La Provincia di mercoledì 31 luglio

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