Bus a Como, in tre anni 10 episodi di violenza: «Ora gli autisti hanno paura»

Il conducente al lavoro dal 1986: «C’è tanta violenza, mai vista prima. E se rispondi a tono rischi il posto...»

Como

Dieci episodi di violenza ai danni di autisti di mezzi pubblici solo negli ultimi tre anni e solo conteggiando i fatti più gravi. Un bollettino di guerra, un elenco che è andato allungandosi negli ultimi mesi e fa suonare più di un campanello d’allarme sul fronte della sicurezza.

La vicenda che ha coinvolto pochi giorni fa un dipendente di Asf in servizio sulla linea 11 - l’uomo è stato aggredito da cinque giovani decisi a viaggiare senza pagare il biglietto - ha riacceso i riflettori sul problema. E a dirsi preoccupati sono gli stessi conducenti di autobus.

Se ne fa portavoce Walter Gatti, autista dal 1986 e già delegato della Cgil: «In tanti anni non avevo mai registrato un clima di tensione come in questo ultimo periodo - dice - Capita di dover discutere in modo animato con alcuni passeggeri da qualche anno a questa parte, anche i colleghi dicono che molto più spesso ricevono insulti e minacce. C’è paura».

Le tensioni sono spesso legate alla volontà di salire a bordo senza titolo di viaggio: «Ma l’imbarbarimento della nostra società, la maleducazione dilagante, si nota anche da altri comportamenti - nota Gatti - Una volta i ragazzi chiedevano educatamente di poter salire dalle porte dietro e solo se il bus era pieno, oggi si sentono autorizzati a fare quello che gli pare. Il problema riguarda tutti, non è questione di stranieri o non stranieri. Magari qualcuno di noi non riesce a contare fino a dieci e si lascia sfuggire una parola, ma visto quello che è appena successo (l’autista licenziato dopo aver insultato il padre di un ragazzo che non aveva il biglietto, ndr) evidentemente dobbiamo tacere anche di fronte a una persona che non paga».

A questo proposito Gatti si augura che l’azienda faccia marcia indietro e reintegri il dipendente: «E gli amministratori comunali, invece di fare dichiarazioni o lettere, si facciano sentire nelle sedi opportune visto che il 51% dell’azienda è in mano pubblica. Mi riferisco alla vicenda del nostro collega ma anche alla necessità di tutelarci maggiormente». «Il clima è peggiorato moltissimo, nei mesi di novembre e dicembre sono stati spedite sui bus le guardie armate ad accompagnare i controllori perché altrimenti fare i previsti controlli a tappeto sarebbe stato molto rischioso». Andando a ritroso, prima dell’episodio di Tavernola c’erano state aggressioni a Cantù a dicembre e nel maggio 2017 (in entrambi i casi un passeggero senza biglietto - prima un 56enne e poi un ragazzino - aveva sferrato un pugno al volto all’autista), a Lazzago nell’ottobre 2016 (aggredito e preso a pugni da un giovane) e il mese prima sulla Como-Bergamo (per il conducente setto nasale rotto e frattura della mascella). Ancora: sulla linea 1 ad agosto due episodi (altrettanti autisti feriti), in aprile a Trecallo (colpito al volto da un uomo), nell’ottobre 2015 un uomo ubriaco sul bus 7 a Sagnino aveva malmenato il conducente; tre mesi prima a Maslianico botte e minacce all’autista della linea 6 dopo una rissa a bordo tra bande rivali.

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