Canepa, lo sciopero
per salvare l’azienda
«No allo spezzatino»

Massiccia partecipazione al presidio all’ingresso dello stabilimento di San Fermo. «Vogliamo continuità produttiva e occupazionale, disposti ai sacrifici ma non devono prenderci in giro»

Massiccia adesione allo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali nel tentativo di sbloccare la situazione di crisi che interessa Canepa spa, la casa madre del omonimo gruppo tessile, che lunedì scorso ha depositato in Tribunale a Como una richiesta di concordato in bianco. “Spezzatino no, Canepa sì” è stato lo slogan urlato al megafono durante la manifestazione che si è svolta all’ingresso dello stabilimento di San Fermo alla quale hanno partecipato alcune centinaia di persone (450 i dipendenti della casa madre, 700 quelli del Gruppo). Trasversale e significativa l’adesione dei rappresentanti politici nelle istituzioni. Il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi, la parlamentare Alessandra Locatelli (Lega Nord), i consiglieri Raffaele Erba (M5S) e Angelo Orsenigo (Pd), il sindaco di San Fermo Pierluigi Mascetti. La mobilitazione ha sortito un primo risultato concreto: mercoledì in Regione il caso Canepa sarà in mattinata sul tavolo della Commissione attività produttive, nel pomeriggio ci sarà invece un tavolo più operativo nella sede dell’assessorato al lavoro. A entrambi gli incontri sono stati invitati l’azienda e i rappresentanti della proprietà, nel caso specifico del fondo DeA Capital.

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