Cernobbio, bombe e ossa nel lago
«Non sono legati alla Gianna e al Neri»

Lo storico Cavalleri sul ritrovamento dei residuati bellici: «Lì la corrente è sempre forte. È improbabile che riguardino i partigiani uccisi»

Resta il mistero sulle ossa ritrovate nello specchio d’acqua di fronte a Villa Pizzo lo scorso 19 maggio, quando vennero individuati anche alcuni residui bellici risalenti alla seconda guerra mondiale, alcuni dei quali recuperati anche in questi giorni.

Un ritrovamento, quello di un teschio e un femore, che potrebbe avere un legame con gli anni della guerra, anche se lo scrittore e storico comasco Giorgio Cavalleri esclude che quei resti possano essere testimonianza della tragica fine del “Neri” e della “Gianna”.

Nei giorni scorsi gli uomini della Marina e dell’Esercito sono stati impegnati nel recupero delle bombe inesplose proprio nelle acque antistanti la villa.La scorsa primavera erano stati alcuni sommozzatori di Verbania, in un’immersione di esercitazione, a individuare alcune parti di un cranio, un femore e gli ordigni bellici.

In molti così avevano ricollegato il ritrovamento alla vicenda del “Neri” e la “Gianna”, i due partigiani condannati a morte dei loro stessi compagni perché considerati traditori. La “Gianna”, al secolo Giuseppina Tuissi, diventata partigiana dopo che i fascisti le uccisero il fidanzato, venne uccisa e gettata nel lago nella zona dei Pizzo di Cernobbio il 23 giugno 1945.

Ma che quelle ossa siano le sue sembra essere un’ipotesi da scongiurare secondo lo storico: «Trovo poco probabile che quelle ossa possano appartenere alla “Gianna” – spiega Cavalleri, tra i primi a occuparsi della ricostruzione di quella terribile uccisione -.In quel punto la corrente è molto forte e il bacino sotto Torriggia è tra più profondi».

Possibile che quei resti possano appartenere a altre vittime di guerra, visto anche il ritrovamento di ordigni bellici. «Moltissime armi a fine guerra vennero gettate nel lago - conclude Cavalleri -. Difficile dire con certezza a chi possano appartenere i resti trovati a Villa Pizzo».

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