Colline comasche come terre da vino
Superate le diecimila bottiglie all’anno

A Montano, Fino e Drezzo la nuova viticoltura non è più da dilettanti. Claudia Crippa, presidente di Igt Terre Lariane: «Sono iniziative che fanno ben sperare»

La cintura di Como riscopre la passione per il vino. Stanno nascendo nei Comuni attorno al capoluogo diverse cantine per una produzione non più soltanto da appassionati: si parla di oltre 10mila bottiglie all’anno.

Tre giovani fratelli, Marco, Giuseppe e Adriano Sala, insieme alla mamma Marina coltivano l’uva a Montano Lucino e imbottigliano “La Sciùra”, un bianco e “Il Luciano”, un rosso. «Lavoriamo tanto con i bianchi - racconta Marco, 38 anni – abbiamo lo chardonnay, ma anche tanto cabernet, adesso stiamo sperimentando anche il traminer. Da due ettari di coltivazione siamo passati a tre; siamo in via Grignola, vicino al Lura. L’anno scorso abbiamo fatto un buon prodotto, per qualità, ma per colpa della poca pioggia il quantitativo è stato carente, duemila bottiglie, ma possiamo farne anche il doppio».

«È la prima vendemmia, raccolti 500 chili d’uva abbiamo messo il tappo a 341 bottiglie – spiega Alessandro Possemato per la cantina Concordia di Fino Mornasco, nella frazione di Socco – ma puntiamo nel breve periodo ad incrementare la produzione e arrivare a tremila litri».

Invece da pochi anni a Drezzo, nel Comune di Colverde, Giorgio Corti, finito il turno alla ferramenta Foc di Paré, si dedica alle viti, nel suo poggio crescono 3mila piante utili a riempire circa 4mila bottiglie l’anno. I comaschi hanno un passato da viticoltori?

Spiega Claudia Crippa, presidente del consorzio Igt Terre Lariane: «Sono iniziative che fanno ben sperare, se si lavora bene il territorio collinare fuori dalla città di Como offre ancora buone opportunità, di sicuro in termini di qualità».

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