Comasco in cella in Australia
Settima accusa di stupro

Un’altra donna si presenta alla polizia per accusare il giovane ristoratore comasco da anni a Perth

Como

Salgono a sette le donne che accusano un 29enne, nato a Lecco ma cresciuto tra Como e Villa Guardia, di aver abusato sessualmente di loro. Dopo l’arresto, avvenuto nelle scorse settimane in Australia (ma la notizia, in Italia, è stata pubblicata per la prima volta ieri da La Provincia), e il tam tam mediatico che ne è seguito sulle televisioni di Perth, città della costa occidentale australiana, la Western Australia Police Force ha iniziato a ricevere una serie di racconti da altre donne che sostengono di essere state molestate sessualmente dal giovane comasco.

L’ultima presunta vittima è una donna di 30 anni. Secondo quanto riportato dalla stampa di Perth, citando fonti giudiziarie e di polizia, la donna sarebbe stata aggredita sessualmente nel settembre 2018 in un’abitazione non lontana dal ristorante “Lago di Como” che il giovane aveva aperto otto anni fa, quando decise di cambiare vita e trasferirsi dall’altra parte del mondo.

Una scelta, la sua, che dal punto di vista imprenditoriale si era rivelata vincente. Fin da subito il suo ristorante, aperto (forse non a caso) in un quartiere di Perth chiamato proprio Como, aveva avuto successo. Basta leggere le recensioni sul web per comprendere come la cucina italiana (pizza compresa) proposta dal giovane comasco era piaciuta, anziché no. E il ristorante si è via via allargato, al punto da arrivare all’assunzione di ben 11 dipendenti.

Il castello di carte è iniziato a crollare il 14 marzo scorso quando una telecamera, posizionata all’esterno di una toilette pubblica a Scarborough beach, immensa spiaggia affacciata sull’Oceano Indiano, non ha ripreso il ristoratore comasco in compagnia di un amico. Si vedono i due uscire da un bagno per disabili (l’amico viene ripreso con la camicia aperta mentre si abbottona i pantaloni) e allontanarsi mentre parlano assieme. Secondo la polizia pochi istanti prima, all’interno di quella toilette, i due avrebbero abusato sessualmente di una ventenne che avevano attirato nel bagno con la promessa di scambiarsi cocaina. A luglio gli inquirenti australiani hanno deciso di diffondere il video, e per il comasco è stato l’inizio della fine. Al centralino della polizia di Perth sono iniziate ad arrivare diverse segnalazioni, fino a quando a metà agosto il giovane non è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata.

A Perth il ristoratore comasco, figlio di un ex imprenditore edile comasco che in passato ha avuto qualche guaio a causa di difficoltà economiche che hanno portato al fallimento della società, si è trasferito assieme al padre. L’avvocato Paul Holmes, difensore del giovane durante l’udienza per la richiesta di libertà su cauzione (negata dal giudice) ha respinto le accuse mosse al suo cliente. Il difensore, in particolar modo, ha sottolineato come la maggior parte delle accuse siano risalenti negli anni e che soltanto ora le presunte vittime si sarebbero fatte avanti, inoltre che in almeno un caso una delle donne avrebbe scambiato il numero di telefono con l’arrestato, segno - secondo l’avvocato - di ben altro tipo di rapporto tra i due.

Per ora le accuse della polizia hanno resistito. Il ragazzo tornerà in aula il prossimo ottobre per una seconda udienza a suo carico.

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