Como: orologi, ci risiamo
Tre mesi più tardi
sono ancora tutti fermi

Le riparazioni d’urgenza si sono rivelate inutili e 30 quadranti comunali sono fuori uso o sbagliati. L’assessore: «Fosse per me tornerei alla ditta Panzeri»

Como

Erano tornati a funzionare, ma meno di tre mesi dopo sono ancora tutti fuori uso o, come nel caso di piazza Cavour, sbagliati. Stiamo parlando, ancora una volta, degli orologi comunali alcuni dei quali hanno più di cento anni e che sembrano oggetto di una maledizione visto che i problemi vanno avanti ormai da anni.

Sembrava che l’intervento disposto dall’amministrazione comunale a fine ottobre fosse risolutivo, ma molti comaschi hanno notato che la situazione è tornata indietro di tre mesi. Guasto l’orologio di Porta Torre, come pure gli 11 di palazzo di giustizia (l’unico funzionante, all’ingresso, è stato acquistato direttamente da alcuni addetti del tribunale). Fermo sulle 4 quello nel cortile antico di Palazzo Cernezzi mentre quello all’esterno dell’edificio comunale, all’incrocio tra via Vittorio Emanuele e via Indipendenza, segna sempre mezzogiorno meno un quarto. Nessun tic tac al mercato coperto, in piazza Volta e negli orologi all’interno dei diversi uffici comunali.

Ma possibile che sia così complicato fare in modo che a Como il tempo riprenda a scorrere anche sugli orologi? L’assessore ai Lavori pubblici Vincenzo Bella, che a ottobre si era infuriato per la situazione in cui si trovava la manutenzione (non c’era da tempo nemmeno una ditta incaricata di intervenire) allarga le braccia. «Ho già sollecitato più volte un intervento complessivo e risolutivo - dice - ma nel nostro ordinamento c’è l’autonomia dei dirigenti e io non posso intervenire personalmente. Anche a me il tema dà fastidio poiché pur trattandosi di un problema minore, va risolto per rispetto alla città».

Come uscire da questo vicolo cieco in cui è finito Palazzo Cernezzi? «Se le norme lo consentono - dice ancora l’assessore - io vorrei che la manutenzione degli orologi venisse affidata allo storico produttore Panzeriu visto che stiamo parlando di oggetti di pregio che necessitano di personale qualificato e di essere affidati a chi li ha costruiti».

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