Dissesto economico del Comune: «Multate Salmoiraghi e Balsamo»

Campione La Corte dei Conti impugna gli atti dopo l’iniziale assoluzione. Gli ex amministratori avrebbero avuto «rilevanti condotte omissive»

Ha fatto molto discutere la sanzione da 117mila euro comminata lo scorso mese all’ex sindaca Maria Paola Piccaluga, ritenuta dai giudici artefice insieme a diversi amministratori comunali del crack che ha trascinato Campione d’Italia nel dissesto economico nel 2018. Il decreto emanato dalla Corte dei Conti è stato molto dibattuto anche perché non ha rilevato responsabilità nei confronti dell’ex sindaco Roberto Salmoiraghi e del suo vice, Alfio Balsamo, a lungo impegnati in municipio.

La richiesta

In realtà la Procura della Corte dei Conti ha poi deciso di impugnare gli atti chiedendo che vengano multati anche i due amministratori rimasti in carica fino alla chiusura del Casinò, di cui il Comune era ed è ancora socio unico. Secondo i giudici anche nelle gestioni targate Salmoiraghi sono evidenti «rilevanti condotte attive e omissive, adottate in continuità con quelle della precedente amministrazione» e dunque «non può essere negato» che il lavoro svolto all’epoca in municipio da giunta e consiglio «abbia dato un contributo al dissesto dell’ente». Salmoiraghi e Balsamo, una volta preso il testimone da Piccaluga, «avrebbero dovuto immediatamente procedere alla dichiarazione di dissesto, mentre, al contrario, hanno perseverato nella gestione».

Per la Procura «continuare ad amministrare pur in assenza di prospettive di risanamento, rappresenta già di per sé un contributo al dissesto». I giudici chiedono anche misure per i revisori dei conti Salvatore Palmi e Giovanni Toninelli. Al netto dei ricorsi, già paventati dagli ex sindaci coinvolti, è atteso un nuovo pronunciamento entro fine settembre.

Intanto dalle relazioni pubblicate dal tribunale di Como sul piano di risanamento del Casinò emerge anche un esposto presentato da Marco Ambrosini, per anni amministratore unico della casa da gioco. Occorre ricordare che Ambrosini è stato sollevato dall’incarico a marzo perché secondo il Comune il manager andato in pensione non poteva più percepire compensi dalla casa da gioco. Proprio in quei giorni Ambrosini ha informato il Ministero dell’Interno di quanto accadeva al Casinò.

Esposto di Ambrosini

In particolare l’esposto si sofferma sulle assunzioni del personale, riaperte le porte della gigantesca casa da gioco dal gennaio del 2022.

«L’ingegner Ambrosini – si legge nei documenti - ricordato che il reclutamento del personale dipendente deve avvenire secondo i principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità, rappresenta che, in occasione della procedura comparativa indetta con bando pubblico per la riassunzione del personale a seguito della cessazione del fallimento, l’amministrazione comunale avrebbe consegnato alle due commissioni di valutazione dei candidati delle liste di candidati preferenziali, perlopiù residenti campionesi». Vengono anche citati dei lavoratori segnalati dal Comune ai gestori esterni perché vengano assunti. Rilievi a cui l’amministrazione comunale ha dato successivamente conto, ma che non è detto abbiano comunque un seguito.

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