Droga nei boschi, così spacciavano
Blitz dei carabinieri: il video

Ogni giorno decine di clienti, quasi tutti italiani. Appostamenti durati mesi interi

Lo sfogo dei residenti non resta inascoltato. E così, a fronte delle segnalazioni di chi abita a ridosso dei boschi di Colverde per quel continuo viavai di personaggi sospetti a ogni ora del giorno e della notte, i carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Como hanno dato il via a mesi di appostamenti, controlli, indagini. Sfociate, ieri mattina all’alba, in un maxi blitz che ha portato all’arresto di sette persone, accusate di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’inchiesta

Decine di militari della compagnia di Como, con l’ausilio delle stazioni dell’Olgiatese nonché di un elicottero dei carabinieri, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare richieste dal pubblico ministero Maria Vittoria Isella.

https://www.laprovinciadicomo.it/videos/video/cosi-spacciavano-nei-boschi-di-colverde_1051001_44/?attach_m&object_id_from=1396462&content_type_from_id=11

Agli arresti sono così finite tre persone tra cui un 38enne di Montano Lucino, una 37enne domiciliata a Fino Mornasco, un giovane di 26 anni residente a Valsolda, una donna di 47 anni di Brunate, un uomo e una donna del Varesotto e un marocchino di 27 anni irregolare.

I detective del nucleo operativo dei carabinieri per mesi si sono piazzati a monitorare i movimenti di chi entrava e usciva dai boschi di Colverde. Si sono annotati tutte le targhe, hanno convocato e interrogato decine di tossicodipendenti che negli accampamenti degli spacciatori potevano trovare di tutto: dall’hascisc alla cocaina, dalla marijuana all’eroina. Nell’inchiesta è emerso anche il ruolo differente dei vari indagati. E in particolare: il grosso del giro è appannaggio di bande di nordafricani (alcuni dei quali identificati, altri non è stato possibile in quanto il ricambio dei “capi” è frequente). Gli italiani finiti nei guai, invece, hanno un ruolo di secondo piano, ma comunque - secondo gli investigatori - essenziale per questo giro di droga.

I ruoli degli arrestati

In particolare il ruolo degli italiani finiti sotto accusa e in carcere è stato quello in parte di galoppini per conto dei responsabili dello spaccio, e quindi consegne di dosi di droga, in parte di autisti dei vari pusher nordafricani, in parte di sostentamento con consegne di derrate alimentari o materiale indispensabile per vivere all’interno dei boschi senza rischiare di uscire ed essere sorpresi dai carabinieri. I quali, però, non si sono fatti cogliere impreparati. E nell’ultimo anno e mezzo hanno raccolto tutti gli elementi necessari per arrivare alla maxi operazione di ieri mattina.

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