Ecco i droni che vanno a 260 all’ora
Per controllare le aree di confine

La Svizzera investe 250 milioni di franchi per tenere sotto controllo le dogane con l’Italia

Nove metri di lunghezza, un’apertura alare di ben 17 metri, velocità massima di 260 chilometri orari. Per sorvegliare i confini e i transiti illegali lungo la linea di confine, a cominciare da quelli a sud (leggasi Italia, incluso dunque anche parte del territorio comasco), la Svizzera si affida alla tecnologia o meglio alla sofisticata tecnologia israeliana.

Meno rumoroso del suo predecessore, il primo dei sei droni di ricognizione è da lunedì ufficialmente a disposizione dell’esercito svizzero. Ci vorrà ancora qualche tempo prima che si alzi in volo. Per ora rimarrà ad Emmen (Canton Lucerna).

Entro pochi mesi, però, non solo quello presentato lunedì, ma anche gli altri cinque droni saranno pienamente operativi lungo i vari territori di confine, incluso quello con l’Italia. Certo, per l’esercito svizzero si è trattato di una novità, ma al tempo stesso di un’operazione complessa visto che non si è potuto fare il cambio “in corsa” tra vecchi e nuovi apparecchi, fermi da fine novembre.

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