«Educhiamo i ragazzi e più controlli
Solo così meno morti sulle strade»

Parlano gli esperti sulle 18 vittime di incidenti nel Comasco, la metà sotto i 30 anni di età. L’ingegnere: «Si continua a correre troppo». L’avvocato: «Servono corsi specifici a scuola»

Sedici incidenti stradali mortali, 18 decessi, la metà sono giovani sotto i 30 anni.Questa la fotografia di questo 2018 che volge al termine. Il 30% in meno di incidenti mortali rispetto al 2017 e il 21% in meno di morti è una tendenza confortante, ma sulle strade si continua purtroppo a morire e le vite spezzate sono sempre troppe.

«La metà delle vittime sono giovani, questo è un dato preoccupante, (quest’anno su 18 vittime, 9 sotto i 30 anni, nel 2017 su 23 morti, 5 under 30 ndr) – dice Bruno Tarantola dirigente del settore viabilità e opere pubbliche di viabilità della Provincia – l’indice di sinistrosità delle due ruote è molto maggiore rispetto alle auto, sebbene le moto circolanti siano circa un quinto delle auto».

E aggiunge: «I dati pubblicati ribadiscono una volta di più quanto sia indispensabile fare educazione stradale ai giovani. Spesso non si rendono conto della pericolosità di alcune situazioni, sono meno esperti alla guida, anche dal punto di vista del rilascio delle patenti moto occorrerebbe un’attenzione in più ai ragazzi».Su 18 morti sulle nostre strade, sei erano in moto, sette in auto, cinque a piedi.

«Certamente i sistemi di protezione sulle moto (come ad esempio il moto airbag o le protezioni non obbligatorie alla colonna vertebrale ndr) aiuterebbero, ma la velocità resta sempre il fattore determinante – aggiunge Tarantola – a 100 all’ora nell’attimo di reazione, già si sono percorsi 28 metri che si aggiungono poi allo spazio di frenata. I controlli sulla velocità sono indispensabili e non per fare cassa, occorre una cultura diversa su questo aspetto».

Dello stesso avviso anche l’avvocato Mario Lavatelli, presidente del’Acus, Associazione civica utenti della strada, che aggiunge: «Vorremmo un territorio con più presenza delle forze dell’ordine con controlli sistematici, soprattutto sui giovani alla guida, una verifica continua sulla sicurezza delle nostre strade, tra segnaletica e controlli notturni».

Ma non solo: «E poi un’opera educativa nelle scuole, un lavoro non appariscente, certo, ma che sarebbe utilissimo e darebbe buoni frutti. C’è tanto da fare e occorre lavorare su più fronti, con uno sforzo sui controlli, in sinergia tra polizia stradale polizia locale ed eventualmente altre forze dell’ordine».

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