Fusione San Fermo-Cavallasca
Roma conferma i dubbi

Il Tesoro ammette: «Non è ancora chiara la possibilità di derogare al patto di stabilità». L’ultima parola ora spetta al ministro dell’Interno

Sulla fusione con Cavallasca, arriva una prima risposta da Roma che conferma i dubbi espressi dalle due amministrazioni comunali circa l’effettiva deroga dal patto di stabilità in caso di unione per incorporazione.

«Si rappresenta che la questione, di delicata rilevanza, è stata sottoposta all’attenzione e alla opportuna valutazione del ministero dell’Interno. Si è, pertanto, in attesa, dell’esito del confronto con tale dicastero».

Queste le poche righe in arrivo dal ministero del Tesoro per dire in sintesi: cari amministratori di San Fermo e Cavallasca avete ragione: non è ben chiara la questione, la valuteremo bene e vi ricontatteremo.

Non essendoci state fusioni per incorporazione da quando è stata introdotta questa possibilità di unione per i Comuni, non è nemmeno possibile fare riferimento a dei precedenti.

«Per fortuna, secondo la Lega Nord, consigliere Signorelli e Nicola Molteni, era tutto chiaro e non c’erano dubbi – commenta Pierluigi Mascetti, vice sindaco ed ex sindaco di San Fermo – erano i segretari comunali, lautamente pagati, che non sapevano interpretare la legge. Invece pare proprio che il quesito posto sia pertinente, eccome. Anche il Tesoro non sa rispondere. Con il pressappochismo della Lega non si amministra un paese, figuriamoci due insieme. Siamo abituati ad agire su certezze e dati certi per il bene dei cittadini, non abbiamo altra modalità di agire».

Anche perché senza deroga al patto di stabilità e senza la possibilità di andare ad elezioni per la scelta della nuova amministrazione sui due paesi, Cavallasca e San Fermo continuerebbero ciascuno per a loro strada ed il matrimonio non si farebbe più.

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