Grandate, viaggio sul bus stracarico
Ma secondo Asf è pieno solo al 45%

Ieri all’alba c’era già folla sul C60 dove due studentesse erano state male Secondo le rilevazioni dell’azienda su 21 viaggi della linea solo 8 superano il 60% di capienza

«Veniamo tutti qui, anche se abitiamo da altre parti, perché altrimenti si rischia di non salire. Il bus parte da Misinto, ma alle volte a Bregnano è già pieno, altro che 80 per cento».

Poco prima delle 7, in via Matteotti a Cermenate, un gruppetto di adolescenti si raduna alla fermata del bus C60. Quasi nessuno arriva a piedi, tutti accompagnati dai genitori in auto, che li lasciano e partono alla volta del lavoro. Sicuri - o quasi - che così siano a scuola puntuali».

«Nei paesi successivi, come a Grandate, il rischio è di non riuscire a salire o di dover aspettare a lungo. Il viaggio dura una mezz’ora abbondante e, man mano che passano i minuti, aumenta la temperatura interna: si siede solo chi è più rapido a salire, gli altri stanno in piedi, spalla a spalla. La mascherina, certamente, non aiuta».

«È sempre stato così, dice chi ha qualche anno in più dei liceali, solo che prima il Covid non c’era e nemmeno l’obbligo di rispettare le distanze. Un problema che riguarda diverse linee.

«Io prendo ogni giorno il C62 Cassina-Como o, almeno, cerco di prenderlo perché da quando entriamo tutti alle 8 non ci stiamo più e la maggior parte delle volte non si fermano - racconta Serif - l’altro giorno ne sono passati 4 e tutti gli autisti ci hanno fatto segno con le mani dicendoci “no” perché non ci stavamo».

«Nessuno si è fermato, nemmeno quello delle 7.30 e di conseguenza siamo arrivati tutti in

«Ogni giorno prendo l’1 San Fermo al mattino e l’1 Chiasso al pomeriggio – aggiunge Michele - le linee del mattino, se si prendono abbastanza presto (prima delle 7), sono sopportabili e se si è fortunati ci si riesce a sedere».

«Al contrario gli autobus del pomeriggio sono disastrosi e sempre pieni fino a scoppiare, spesso non si riesce nemmeno a salire e gli autisti passano davanti alle fermate senza fermarsi ». Proprio i ragazzi che fanno parte dell’Unione studenti di Como, parteciperanno il prossimo 19 novembre allo sciopero nazionale degli studenti, anche per la situazione dei trasporti e dei costi di biglietti e abbonamenti elevati.

«Ci sono problemi anche sulle linee C71 Maccio, C74 e C75 – specifica Erika Cantello, mamma di una studentessa – mia figlia quasi tutti i giorni si fa a piedi dalla chiesa di Paré fino a Drezzo perché o non c’è la coincidenza oppure è talmente piena che per evitare di stare male preferisce farsela a piedi, ma è una passeggiata che col cattivo tempo eviterebbe volentieri». E ieri problemi anche a Rovenna.

Sempre ieri, Asf ha effettuato i rilievi di presenze sulla linea C60 (quella dove un paio di giorni fa due ragazze si sono sentite male) e C61, durante la mattinata. «Grandate rappresenta il punto di massimo carico, dato che la quasi totalità dei ragazzi scende poi al Giovio - ha spiegato l’azienda - sono state analizzate 21 corse, per un totale di 1.658 posti offerti. Di questi, è stata occupata il 45% dell’offerta. Più nel dettaglio, solo 8 corse su 21 hanno superato il 60% di affollamento e tutte le fermate sono state effettuate».

È evidente che il dato del 45% emerga dalla media tra gli orari di punta e quelli di metà mattina: se alle 7 si sale a fatica, alle 10 sarà difficile correre il rischio di assembramenti.

Daniela Colombo

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