«Io ballo contro la guerra
Lottate per i vostri sogni»

San Fermo Incontro con Ahmad Joudeh, profugo siriano e stella della danza

“Danza o muori”, lui, Ahmad Joudeh è nato il 4 aprile del 1990 in Siria. Danza da quando ha 8 anni.

È un profugo. Ma è anche una stella della danza. Sulla sua nuca ha tatuato in caratteri indiani “Danza o muori”, perché possa essere visibile, ma nascosto al tempo stesso. “Danza o muori” è anche il titolo del libro edito da DeA con la prefazione di Roberto Bolle.

«Ho scritto questo libro perché così ho testimoniato quanto spesso si può rischiare la propria vita, non solo in Siria – dice il ballerino - lo scorso giugno, quando ho ballato davanti parlamento europeo, ho avuto minacce dagli integralisti: “costui come è potuto sfuggire dai nostri coltelli?” Se un giorno riuscissero ad uccidere il mio corpo, non riusciranno ad uccidere la mia voce, ho deciso di scrivere questa storia per voi».

Tra le attività di avvicinamento alla lettura che la scuola media Marie Curie di San Fermo propone ai suoi studenti, quella della presentazione del libro di Ahmad Joudeh resterà nei ricordi di tutti coloro che hanno partecipato: alunni, anche qualcuno della scuola media di Prestino, insegnanti ed adulti. Auditorium comunale in cui scrosciavano applausi sabato mattina per la performance di Ahmad, non ha danzato, ma la sua presenza e le sue parole hanno portato bellezza, armonia, forza e grazia a tutti.

«Per danzare occorrono anni di studi, per sparare basta qualche indicazione, un’arma, e puoi sparare», parla in inglese Ahmad Joudeh, ma quel che dice - e che viene tradotto - arriva due volte ai ragazzi.

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