La crisi di Campione
Non c’è più posta dalla Svizzera

Non bastano i due postini chiamati a sostituire il servizio comunale di distribuzione della corrispondenza. E le lamentele aumentano

Da gennaio la Svizzera non porterà più il sacco della corrispondenza a Campione d’Italia. Già, proprio così. Dal 2020, infatti, l’enclave italiana passerà sotto l’ombrello doganale europeo e abbandonerà l’area doganale svizzera. Uno dei problemi pratici conseguenti riguarda per esempio il servizio di recapito della Posta.

Ma come è possibile arrivare a tanto? Lo spiegano gli uffici comunali. Prima del fallimento del Casinò e del dissesto finanziario dell’amministrazione i campionesi gestivano direttamente l’ufficio postale, con personale proprio. Finiti i tempi d’oro, senza cioè gli incassi della casa da gioco sono seguiti tagli su tagli, compresi otto dipendenti comunali su dieci circa. Perciò il commissario prefettizio nominato da Roma per guidare l’ente pubblico, Giorgio Zanzi, ha chiesto un intervento dello Stato, coinvolgendo anche Poste italiane. Già quest’anno la chiusura dello sportello presente in paese è stata scongiurata, due postini sono arrivati a servire il territorio campionese. Del recapito a dire il vero i residenti si lamentano per la scarsa puntualità.

Ma, vista la situazione, sembra persino il minore dei mali. Al netto delle critiche la difficoltà maggiore riguarda ora la posta svizzera. Sì, perché i cittadini campionesi ricevono le bollette del telefono, le raccomandate e la maggior parte della corrispondenza dalla confederazione elvetica. I vicini di casa svizzeri si sono sempre premurati di portare il sacco pieno di corrispondenza agli italiani residenti a Campione sulla base di un accordo tra enti datata 1956. Ma dal 1° gennaio 2020 non sono più disposti a farlo alla luce delle novità in tema di dogana. Sempre secondo le fonti interne del Comune in municipio è arrivata al riguardo tanto di comunicazione formale firmata dalla controparte svizzera.

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