Lomazzo, rapinati in treno
mentre tornano da scuola

Due ragazzi di 14 anni avvicinati in carrozza da altrettanti coetanei, armati di coltello. Costretti a consegnare i contanti. I rapinatori sono scesi a Grandate

In balia di due ragazzi, poco più grandi di loro, che armati di coltello, li hanno minacciati e rapinati mentre tornavano da scuola in treno. Hanno trascorso davvero un gran brutto quarto d’ora due ragazzi di 14 anni residenti a Lomazzo che sabato scorso, dopo essersi fermati a Como per pranzo, alla fine delle lezioni, stavano rientrando a casa. Erano le 13.49, quando i due ragazzini sono saliti alla stazione di Como Borghi del treno diretto a Milano.

Da una prima ricostruzione di quanto accaduto, subito dopo di loro erano saliti due giovani di probabile origine magrebina, i quali si erano seduti a fianco a loro, ma sull’altro lato del corridoio. D’un tratto uno dei due si impossessava delle cuffie con gli auricolari, che uno dei ragazzi aveva messo sul sedile vicino, mentre l’altro si sedeva davanti a loro, minacciandoli con un coltello a serramanico, con una lama di una decina di centimetri, intimando di consegnare subito sia i soldi che i telefonini.

I ragazzi terrorizzati hanno dato ai malviventi tutti i soldi che avevano in tasca – 55 euro in contanti in tutto – pur nel concitato momento che si sono appunto trovati a vivere, hanno però avuto il sangue freddo e la prontezza di spirito di domandare ai baby rapinatori di non prendere i telefonini; una richiesta a cui questi hanno acconsentito, restituendo nel contempo anche le cuffie.

I due rapinatori, che avrebbero appunto avuto a propria volta tra i 15 e i 16 anni d’età, oltre a dire ripetutamente ai quasi coetanei di rimanere calmi e di non gridare per evitare di mettere in allarme gli altri (pochi) passeggeri che si trovavano sulla carrozza. Appena il treno era giunto alla stazione di Grandate i malviventi sono poi rapidamente scesi, non prima però di aver intimato ai ragazzi di non dire nulla a nessuno di quanto avvenuto. I due ragazzi, invece, hanno poi contattato i propri genitori, sporgendo in seguito denuncia ai carabinieri. (Gianluigi Saibene)

© RIPRODUZIONE RISERVATA