Luisago, niente streghe e diavoli
Solo angioletti per i bimbi a Halloween

L’iniziativa del parroco con i ragazzi del paese per difendere la nostra tradizione «Quella è una festa satanica, altro che un carnevale»

Halloween? No grazie, spazio a piccoli santi e angioletti, perché di questo parla la tradizione cristiana e cattolica. È stato un 31 ottobre decisamente diverso quello vissuto da alcuni bambini e ragazzi di Portichetto Luisago che, per l’occasione, hanno lasciato nei cassetti travestimenti da streghe, mostri e scheletri per indossare i panni di santi e beati.

Una festa, quella svolta nel salone dell’oratorio di Portichetto, a cui hanno preso parte una ventina di bambini, di bianco vestiti e con tanto di aureola e grandi ali. Mentre, appena fuori, altri piccoli coetanei suonavano ai campanelli delle case con “paurose” maschere. Per la verità, si tratta di una festa che l’oratorio propone già da qualche anno, su iniziativa di don Enrico Broggini, sacerdote di Luisago, insieme ad alcuni genitori.

«Da quattro anni trascorriamo così il 31 ottobre – spiega don Enrico – vogliamo dare risalto alle nostre tradizioni cristiane e italiane». Questa la motivazione, dunque, condivisa da altre persone anche se alcuni genitori preferiscono far divertire i propri figli con la festa di origine celtica, in voga negli Stati Uniti dove, a farla da padrona, è soprattutto l’aspetto commerciale più che il significato che racchiude. «Non tutti sono contenti, non c’è grandissima partecipazione: vengono soprattutto i figli di coloro che più frequentano la parrocchia – ammette don Enrico - gli altri continuano ad andare in giro per le strade. L’iniziativa non era partita da me, ma da alcuni genitori: l’obiettivo era quello di dare un’alternativa con una cosa buona, piuttosto che scegliere il male. Halloween è una festa satanica, il compleanno di satana. Molti non lo sanno e lo prendono come un carnevale, ma satana fa passare le cose brutte come innocenti. Non si parla di bambini, ma in quella notte ci sono anche tanti brutti fatti, una notte di follie».

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