L’ultimo saluto a Carlo Alberto: era una colonna per la comunità

Montano Lucino Dolore in paese per la prematura scomparsa di Mascetti, ben voluto da tutti, impegnato come allenatore nella Polisportiva Aurora

Incredulità e dispiacere per la prematura scomparsa di Carlo Alberto Mascetti, classe 1967.

Una complicanza improvvisa nel suo stato di salute, forse un effetto del long Covid, qualche settimana fa lo aveva costretto a un ricovero in ospedale, poi nella giornata di giovedì la brutta notizia: Carlo non c’è più.

L’abbraccio della comunità

La notizia è subito passata con un tam tam contenuto e affettuoso tra i tanti che in paese lo conoscevano e gli volevano bene. Tantissimi si sono stretti in un abbraccio virtuale alla moglie Daniela, a Samuele e Serena, i suoi figli, oltre che alla mamma Mirella che per anni ha avuto la cartoleria a Lucino, e a Patrizia, Viviana e Simone, i fratelli di Carlo Alberto.

«Mi spiace tantissimo, perché sapeva farsi voler bene», dice l’amico Enrico Vimercati, che ricorda un’infanzia dai colori di una cartolina piena di gentilezza e semplicità. «Sua mamma Mirella aveva la cartoleria e, visto che abitavamo entrambi in via Ottone, aveva chiesto alla mia: “ta ma guardat ul fioo”. Gente per bene ,alla cui gentilezza si rispondeva con altrettanta gentilezza. Il nonno Felice e Gianfranco, il papà di Carlo Alberto, facevano gli elettricisti e quando avevi bisogno arrivavano più rapidi dei pompieri».

L’impegno nella Polisportiva Aurora

Carlo Alberto Mascetti faceva parte della Polisportiva Aurora, dall’associazione sportiva, attraverso il presidente, ne ricordano affettuosamente l’attività di allenatore e lo salutano pensandolo sul campo di calcio circondato dai suoi “campioncini”.

Un’altra parte importante dell’associazionismo del paese, il Gruppo folcloristico, attraverso il presidente, ricordano il suo sorriso e i suoi bei modi.

Una vita spesa anche per i piccoli atleti della Polisportiva e quel stare al mondo guardando alle piccole cose, sorridendo e con un’andatura che chi lo conosceva definisce “spensierata”, ma attenta e rispettosa del mondo che lo circondava. «Lo ricordo in quella sorta di anfiteatro a ridosso del Seveso, dove da piccolo rincorreva le farfalle e le libellule che lambivano il torrente», aggiunge Vimercati.

L’ultimo saluto a Carlo Alberto, stamattina, alle 10 nella parrocchiale di San Giorgio a Lucino, il suo paese.

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