Maschere e cibo a domicilio
«Ai nonni pensiamo noi»

Laura, Giorgia e i ragazzi della Consulta giovani di Brunate impegnati nel porta a porta soprattutto per gli anziani

Rilanciare il senso di appartenenza a una comunità coesa, in tempi di isolamento, è ancora possibile. Le sorelle Laura e Giorgia Merola, 20 e 25 anni, residenti a Brunate, lo dimostrano con la loro esperienza. «Abbiamo deciso - spiegano - di collaborare per distribuire le mascherine porta a porta. Si tratta di un impegno molto semplice ma davvero utile a chi ne ha bisogno, pensiamo soprattutto agli anziani soli: in questo momento non possono uscire di casa, ma hanno pur sempre delle necessità. Noi siamo più giovani e ci sentiamo in dovere di rimboccarci le maniche».

Solidarietà

L’attività di distribuzione delle mascherine chirurgiche è cominciata circa una settimana fa, grazie alla donazione di 1000 pezzi ai brunatesi da parte di un privato, l’intenzione è proseguire fino a esaurimento. I volontari impegnati sono quasi tutti ragazzi giovani, molti di loro provengono dalla Consulta Giovani Brunate e ricoprono un importante ruolo di raccordo tra il Comune e i singoli cittadini. Agli attivisti dell’associazione, circa una decina tra cui Laura, si affiancano nuove persone, reclutate proprio in occasione dell’emergenza. Giorgia, a differenza della sorella, fa parte di questa seconda categoria.

Per richiedere una mascherina “a domicilio”, è sufficiente compilare un modulo online reperibile sul sito del Comune di Brunate, indicando nome, cognome, indirizzo, età, numero di dispositivi necessari (uno per persona singola, massimo due per nucleo familiare). In alternativa, si può fare una telefonata al numero 031 5478598.

Fondamentale, durante le consegne, eliminare ogni possibile occasione di contagio da Covid-19: «Sia io, sia mia sorella - dice Laura, diplomata al liceo scientifico Paolo Carcano di Como, ad oggi studentessa di Conservazione Beni Culturali alla Statale di Milano - abbiamo un percorso da seguire. Quindi, recuperiamo in Comune le mascherine confezionate, raggiungiamo l’abitazione di chi le ha richieste, le mettiamo nella cassetta della posta dopo aver avvisato al citofono, salutiamo da lontano e proseguiamo il giro». Le due ragazze si muovono a piedi oppure in macchina, secondo un piano specifico. A ciascun volontario infatti, vengono assegnati dei turni giornalieri e una zona di riferimento, in maniera tale che gli spostamenti siano contenuti il più possibile. Il coordinamento è affidato in primis al sindaco di Brunate, Saverio Saffioti, supportato dalla Protezione Civile e da Tommaso Caraccioli, presidente della Consulta Giovani. È lui a preparare una lista dettagliata con incarichi, indirizzi, tipologia delle richieste.

Spendersi per gli altri

La distribuzione delle mascherine non è l’unico compito affidato ai ragazzi. Già dall’inizio della quarantena, gli esercenti del paese hanno pensato di gestire il recapito dei generi di prima necessità creando un meccanismo unico per tutti. Così, alimentari, macelleria, farmacia e fruttivendolo si rivolgono direttamente a loro, i volontari. «Perché restare chiusi in casa - si chiede Giorgia, da dicembre laureata in Management e risorse umane - quando abbiamo l’opportunità di uscire e spendere un po’ del nostro tempo al servizio degli altri? Mi pare un buon diversivo, un modo per recuperare un pizzico di socialità perduta: qui a Brunate ci conosciamo tutti, fermarsi a fare due chiacchiere mentre si porta la spesa, anche se a molta distanza, contribuisce a farci sentire meno soli».

Il ricorso ai social network, in particolare Instagram e Facebook, ha permesso di avvicinare tanti giovani volenterosi. E’ proprio Laura a gestire i profili della Consulta Giovani Brunate: «Pubblicare post relativi alle nostre attività - fa notare - consente innanzitutto di farci conoscere e reclutare nuove leve. Inoltre, agevola il coinvolgimento dei più piccoli. Di recente abbiamo chiesto ai bambini della zona di inviarci un disegno con l’hashtag #andràtuttobene, ne sono arrivati tantissimi».

Superata la fase di emergenza, la speranza è quella di ritornare a riunirsi. Il gruppo della Consulta, fanno sapere le ragazze, ha diverse idee con lo scopo di riscoprire il piacere di sentirsi all’interno di una collettività. Sfruttare gli spazi aperti, tenere concerti, allestire il cineforum, rispolverare i tornei al campo sportivo sono solo alcune delle proposte sul tavolo. Ma la priorità resta una: contrastare il virus. «Purtroppo prevediamo tempistiche lunghe - ripetono in coro Giorgia e Laura -, certo è che, quando ne usciremo, riallacciare i nostri legami avrà il sapore di una bellissima conquista».

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