«Noi, prigionieri
a Malta per il Covid»

Quattro ragazzi di Cernobbio, Carate Urio e Laglio impossibilitati a rientrare dalla vacanza nell’isola. Uno di loro è risultato positivo al virus: «Chiusi in un bilocale, senza acqua e medicine. E nessuno ci aiuta»

«La situazione è seria e non ci sentiamo tutelati. Il primo giorno pensavamo che nessuno ci considerasse, eravamo senza acqua, cibo né medicine». Doveva essere la vacanza spensierata dei 20 anni, una di quelle che ti porti nel cuore per tutta la vita e invece, per quattro ragazzi del basso Lario, sta rischiando di trasformarsi in un incubo.

David Gigliotti, Filippo Ferrario, Riccardo Mariangeloni e Lorenzo Granturco, rispettivamente residenti a Laglio, Carate Urio e Cernobbio, sono bloccati a Malta a causa della positività di uno di loro al Covid.

L’isola balzata in questi giorni alle cronache proprio perché sta registrando un alto numero di contagi: i giovani comaschi, durante la loro vacanza, non sono mai andati in discoteca o in luoghi affollati e hanno cercato di rispettare le regole anti Covid, ma questo non è bastato. «Il 13 luglio abbiamo fatto il tampone rapido perché la mattina del 14 avremmo avuto il volo di ritorno - racconta David - siamo risultati in tre negativi e uno positivo. Dalle 20.30 fino alle 23 abbiamo provato a contattare tantissimi numeri, ma nessuno ci ha risposto per metterci in sicurezza. L’ambasciata italiana non è riuscita a dirci cosa fare, il Ministero della Salute non ci rispondeva e i numeri di emergenza Covid erano occupati. All’inizio nessuno sapeva di noi e della nostra situazione, siamo stati senz’acqua e senza cibo».

Una circostanza non semplice da affrontare: i quattro giovani si trovano ora nel bilocale che avevano affittato per la loro vacanza. «La cosa più grave è che noi, sulla carta, siamo tre negativi e un positivo: alloggiando in un bilocale, anche impegnandoci, è difficilissimo evitare il contatto con la persona positiva. Fortunatamente abbiamo solo tosse secca e raffreddore, il caldo non aiuta perché è molto intenso, ma se fossimo stati male non so come sarebbe finita. Non abbiamo messo piede nelle discoteche, che erano sempre piene. Siamo stati in locali dove dovevi per forza stare al tavolo, non potevi alzarti o ballare con altra gente. L’unica sera in cui c’è stato movimento è stata quella di domenica, quando l’Italia ha vinto gli Europei, noi comunque eravamo all’aperto». I ragazzi ora attendono notizie dall’ambasciata, nella speranza di tornare tutti negativi al Covid il prima possibile. (Daniela Colombo)

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