Presunte molestie sulle pazienti: chiesti sette anni per il medico

Cernobbio La procura ha invocato la condanna del dottor Antonelli. Tre donne si sono costituite parti civili. L’imputato giudicato in Abbreviato

È stata di sette anni la richiesta di pena avanzata dalla procura di Como – pubblico ministero Antonia Pavan – a carico del medico di Cernobbio finito al centro di un’indagine per presunte molestie in danno di alcune pazienti.

Ieri, di fronte al giudice Carlo Cecchetti, si è tenuta la seconda udienza preliminare in cui a prendere la parola è stata la pubblica accusa. Come detto, la richiesta – con il rito Abbreviato e lo sconto di un terzo della pena – è stata di sette anni con la concessioni delle generiche e il riconoscimento del risarcimento del danno in favore delle parti offese. E questo, come avevano già spiegato a più riprese gli avvocati della difesa Edoardo Pacia e Angelo Giuliano, era stato offerto «ma senza il riconoscimento di responsabilità».

La parola passerà ora ai legali che assistono l’imputato con la sentenza che è attesa per la fine del mese di novembre.

Offerte di risarcimento

Sono tre (su 21) le parti civili che si sono comunque costituite in aula. Ha invece rimesso la querela la ragazza che era stata vittima di stalking. Alessandro Antonelli, il medico di famiglia di 59 anni arrestato a febbraio con l’accusa di violenza sessuale perché sospettato di aver trasformato le visite alle pazienti in molestie sessuali, aveva già formalizzato - per il tramite dei suoi legali – le 21 offerte di risarcimento. L’entità era stata decisa sulla base del reato contestato, e non del fatto legato alle singole contestazioni.

L’indagine era emersa a febbraio ed era stata portata vanti dai carabinieri della stazione di Cernobbio coordinati dal pm Antonia Pavan. Nel corso della vicenda, tra l’altro, nel lungo elenco di donne identificate come persone offese, era comparsa anche una minorenne. Su diversi capi d’accusa lo stesso medico aveva sostanzialmente ammesso di aver praticato quelle visite che la procura ha ritenuto poco ortodosse, mentre su altre contestazioni lo stesso medico aveva insistito nel difendere le proprie posizioni parlando non di abusi ma di comportamenti professionali e di visite accurate e scrupolose.

L’arresto a febbraio

L’arresto era scattato a febbraio in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice delle indagini preliminari Massimo Mercaldo.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’uomo, senza precedenti penali, nel corso delle ordinarie visite ambulatoriali, giustificandosi dietro a esigenze diagnostiche, faceva denudare le pazienti, per poi toccarle e palparle nelle parti intime così ponendo in essere, in base alle testimonianze e agli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria, atti di violenza sessuale. Le indagini erano iniziate nel dicembre del 2021, e in un primo momento avevano permesso di risalire a sette o otto episodi, i primi che poi portarono alla misura cautelare. Le presunte parti offese si sono poi allargate a 21, mentre in aula a costituirsi parte civile – come detto in precedenza – sono rimaste in tre.

Ora, dopo le richieste di ieri della pubblica accusa, la parola passerà alla difesa. Poi toccherà al gup Carlo Cecchetti esprimersi.

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