Straniero truffato a Cernobbio
«Farò causa allo Stato italiano»

Il giudice lo convoca a testimoniare ma lui rifiuta: «Duemila chilometri per venire a testimoniare? No grazie. Mi rivolgerò alla Corte europea di Strasburgo per ottenere un risarcimento»

C’è una storia che arriva dal tribunale di Como, che la dice lunga sul giudizio complessivo e sul grado di fiducia di cui il nostro sistema giudiziario gode negli altri Paesi europei.

Un cittadino austriaco non particolarmente beneducato, vittima di un celeberrimo raggiro denunciato ai carabinieri nel settembre del 2013, è stato invitato in aula a testimoniare in quanto parte lesa di un processo nei confronti dei due rom del campo nomadi di Baranzate che, all’epoca, fecero sparire una preziosissima collezioni d’orologi di marca di proprietà sua e della moglie, valore 160mila euro.

Anziché presentarsi a testimoniare, l’austriaco ha inviato in procura due righe scritte via mail per spiegare, con malcelata irritazione, le ragioni del suo diniego: «Dato il viaggio di più di 2mila chilometri (abita, il nostro, più a nord di Vienna, ndr) non intendo venire da voi solo perché il signor giudice vuole in apparenza leggere la mia testimonianza fatta presso i carabinieri (...) Inoltre non ci sarebbero concesse / date altre testimonianze oltre alle informazioni riguardo la collezione di orologi. Da parte mia - è la conclusione - presenterò domanda presso la Corte europea di Strasburgo per il risarcimento dei danni contro la Repubblica italiana». Come sia che la Repubblica italiana debba rispondere del celebre raggiro in cui l’austriaco fu vittima, ancora non è chiaro. Ma tant’é.

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