Tavernerio, il vicesindaco scivola sulle indennità e si dimette

Simone Riccardi in tre mesi ha incassato 1.880 euro. Ma dopo il cambio di lavoro non ne aveva più diritto

Non c’è pace per la giunta di Tavernerio. A soli due mesi dalle elezioni di giugno, il vicesindaco Simone Riccardi ha rassegnato le dimissioni, travolto dalla bufera per una vicenda di indennità percepite indebitamente.

Per il suo impegno in giunta, Riccardi (Forza Italia) ha infatti incassato 1.880 euro circa da gennaio a marzo 2016; soldi che in realtà non gli spettavano. La legge infatti stabilisce che chi svolge attività lavorativa come dipendenti riceva dal Comune un’indennità dimezzata. Ricccardi da gennaio ha iniziato un lavoro dipendente a Milano,dove si occupa di riclassificazione e analisi bilancio. Fino a fine 2015 era invece libero professionista e aveva quindi potuto percepire l’indennità piena, pari a 1.255 euro lordi al mese. A gennaio col cambio della status lavorativo avrebbe dovuto comunicare al municipio di essere diventato lavoratore dipendente. Ma non l’ha fatto. Così per un trimestre ha incassato anche una parte di soldi che non gli spettava.

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