«Un casinò fallito danneggia tutti»
Il Comune rilancia la vecchia società

Il sindaco di Campione: «Meglio ristrutturare il debito con un concordato preventivo. Abbiamo trovato dei partner stranieri interessati al progetto». I sindacati: «A rischio tanti posti di lavoro»

Il Comune di Campione d’Italia ha votato per riprendersi il Casinò e riaprire la casa da gioco. Il consiglio comunale straordinario che si è tenuto ieri, 16 dicembre, ha guardato quasi unicamente all’udienza fallimentare del Casinò fissata domani al tribunale di Como.

La ricetta secondo il sindaco Roberto Canesi è una soltanto. «Un fallimento non porterà ad un maggiore soddisfacimento – ha detto il primo cittadino – la società partecipata al 100%dal Comune che gestiva la casa da gioco ha ricevuto una richiesta di sequestro dei beni come misura cautelare e di amministrazione giudiziaria, onde evitare ulteriori depauperamenti del patrimonio, stante il grave stato di indebitamento oggi più consistente di quanto accertato due anni fa».

«La solita ipotesi di fallimento avrebbe degli impatti pregiudizievoli sui creditori- dice Canesi -, una procedura liquidatoria non garantirebbe la copertura dei debiti nei confronti delle banche, del Comune e degli ex lavoratori. Nemmeno cedendo l’usufrutto ventennale della struttura, scarsamente rilevante trattandosi di un bene connesso al solo gioco d’azzardo».

Riassumendo, secondo il sindaco se la società fallisce Campione d’Italia non ha un futuro. Costruire una nuova società è complicato perché bisogna cambiare una legge a livello nazionale. Vendere tutto, Casinò compreso, non basterebbe e in pochi si farebbero avanti per comprare una gigantesca casa da gioco deserta.

Lo stratagemma

«La soluzione migliore passa attraverso una procedura di concordato preventivo con una ristrutturazione del debito – sostiene Canesi – tramite nostre indagini abbiamo individuato diversi importanti soggetti internazionali pronti ad affiancarci, così da garantire una continuità aziendale e una partecipazione azionaria del Comune. Con il rispetto dei ruoli di vigilanza e con una discontinuità di scelte in confronto al passato in termini di attenzione e di rigore».

L’appello dei sindacati

Intanto si mobilitano i sindacati: «Sono 486 dipendenti del Casinò municipale licenziati, 86 lavoratori comunali dichiarati in esubero, 10 operatrici della scuola materna licenziate, 4 addetti alle pulizie su appalto comunale rimasti senza lavoro. Questi sono gli effetti diretti della chiusura della Casa da gioco del 27 luglio 2018: quasi 600 lavoratrici e lavoratori inoccupati». Questi sono i numeri forniti da un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil. «Se consideriamo l’indotto, bar, ristoranti, alberghi, servizi i numeri delle attività chiuse e della contrazione dell’occupazione divengono esponenziali».

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