Vendita ancora deserta,
adesso Campione trema

Nessuno vuole acquistare il patrimonio che il Comune mette in vendita per far fronte ai debiti. E, dopo la bocciatura del bilancio da parte della Corte dei Conti, sale la preoccupazione per il futuro del Casinò

Campione d’Italia non riesce a vendere i suoi gioielli: anche la seconda asta è infatti andata deserta. Mentre la Corte dei Conti ha rigettato il piano di riequilibrio costruito dal Comune per uscire dal dissesto economico è andato a vuoto anche il secondo tentativo per vendere parte del patrimonio immobiliare così da appianare i debiti.

Già a fine anno un’identica asta era andata deserta, secondo l’amministrazione locale complice la nuova ondata da Covid. Questa volta comunque con gli stessi importi - pari a circa 22 milioni di euro - non sono arrivate offerte.

Questa vendita è stata divisa in due diverse chiamate. La prima asta andata deserta lunedì è stata quella per l’alienazione del porto turistico e della zona della fornace, 12,9 milioni di euro. La seconda ieri per circa nove milioni di euro comprendeva Villa Mimosa, la palazzina da decenni in vendita vicino al piazzale del Casinò, villa Franchini, un lascito di un ex sindaco e lo stabile del comando della polizia, rimasto vuoto dopo lo scioglimento del corpo.

Senza le alienazioni ora la strada per fare quadrare i conti si complica. E anche il Casinò trema. Perché il concordato sui cui si è basata la riapertura dalle casa da gioco, tanto attesa e divenuta realtà da gennaio, poggia su equilibri molto sottili. Il possibile dissesto del dissesto del Comune, con il conseguente scioglimento del consiglio comunale, rende tutto più difficile. (S. Bac.)

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