Via libera agli svizzeri
Como mai così piena
da un anno e mezzo

Festa oltreconfine, si rivedono i ticinesi: incide anche la riapertura delle frontiere senza tampone

La si potrebbe definire la combinazione perfetta. La riapertura delle frontiere entro la fascia dei 60 chilometri per i ticinesi che varcano il confine - senza doversi sottoporre al tampone entro le 24 ore successive al rientro sul territorio federale - è arrivata proprio nel giorno della festività svizzera del Corpus Domini. E per la prima volta da oltre un anno e mezzo, ovvero dal Natale 2019, la città di Como riscopre il gusto (e in alcuni casi il disagio, vedi il traffico) di tornare a essere letteralmente invasa dalle persone.

Fin dalla prima mattina la convalle è tornata ad ospitare centinaia di auto con targa ticinese (lo stop agli ingressi in Italia è datato 5 novembre). Il capoluogo è stato letteralmente preso d’assalto, complici anche i tanti frontalieri a casa per il ponte del Corpus Domini. Prova ne sia che già alle 11 gli autosili a ridosso del centro storico risultavano al gran completo. Circostanza che non si verificava dall’inverno 2019 e che lascia ben sperare per l’estate ormai alle porte.

Quella di ieri è stata anche una mattinata di code in autostrada, direzione Grandate, a causa di un cantiere proprio nel Comune della cintura cittadina. Code che si sono allungate sino quasi al confine di Stato, con annesse proteste di automobilisti ed autotrasportatori.

Da monitorare, sempre in A9, il traffico questa mattina in direzione Svizzera, dopo la chiusura ieri della dogana commerciale. Il risveglio dopo l’ultima festività svizzera, quella della Pentecoste, è stato brusco, con code chilometriche smaltite a fatica entro il primo pomeriggio.

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