Villa Guardia: rogo Formula Uno
Chiesti 19 anni di cella

Pesanti le richieste di condanna del pubblico ministero dell’antimafia contro Giuseppe Oliverio. Il magistrato tratteggia l’immagine di un territorio pronto a rivolgersi ai clan per dirimere le controversie

Il gommista di Villa Guardia «non era certo Pablo Escobar», chiosa nella sua lunghissima requisitoria il pubblico ministero della direzione antimafia di Milano Marcello Tatangelo. Eppure le richieste di pena sono da narcotrafficante di peso. L’accusa presenta il conto a Giuseppe “Pino” Oliverio e ai suoi presunti complici in un giro di droga con epicentro proprio i locali della Formula 1 gomme: 19 anni di carcere è la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero al termine della sua requisitoria per Oliverio, 12 anni e mezzo la pena sollecitata per Filippo Rinaldi, assunto da Oliverio mentre finiva di scontare una condanna proprio a dodici anni e proprio per traffico di droga, 5 anni e 4 mesi la richiesta per Giuseppe Ruberto e, infine, 4 anni e 4 mesi - in continuazione con una precedente condanna - la pena sollecitata per il comasco Alessio Meneghini, amministratore della Formula 1 gomme di Oliverio.

Le richieste di condanna sono arrivate ieri pomeriggio al termine di una giornata in cui il magistrato dell’antimafia ha ripercorso la lunga inchiesta che ha portato all’arresto di un uomo «capace di muoversi tra due binari paralleli: gli esponenti della ’ndrangheta locale ai quali chiede protezione e i poliziotti ai quali fornisce informazioni confidenziali». Una figura, quella di Oliverio, che secondo il magistrato avrebbe gestito «ingenti traffici di cocaina, marijuana e hashish» attraverso quello che è stato definito dal pubblico ministero come «il vero asset dell’attività» di “Pino”: la Formula 1 gomme. Attività che consentiva ad Oliverio di «muoversi tra i due mondi paralleli» composti da delinquenti da una parte e forse di polizia dall’altro al punto da fare di tutto per poterla avere: anche - attacca l’accusa - estorcerla a Vincenzo Francomano, il carrozziere titolare dell’officina Formula Uno che ha denunciato Oliverio e soci dopo anni di minacce e soprusi.

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