Bus, il caso delle aggressioni agli autisti
Arrivano telecamere e pareti divisorie

In Prefettura l’incontro sulle aggressioni ai danni dei conducenti dei bus Asf - Fra le proposte anche pattuglie sui mezzi e formazione per fronteggiare atti violenti

Barriere di vetro infrangibili che proteggano gli autisti dai passeggeri, chiudendoli in una sorta di cellula in cui nessuno può accedere. Telecamere da attivare con un bottone all’occorrenza, per riprendere quanto sta avvenendo sull’autobus. Pattuglie delle forze di polizia in azione sui mezzi pubblici, con agenti e militari chiamati anche a formare gli autisti per affrontare eventuali aggressioni. Inoltre, attenzione particolare alle rotte più problematiche, ovvero la via Canturina da Cantù a Como ma anche la Asso-Erba, soprattutto quando si tratta di sostituire treni soppressi.

Sono i punti che sono stati messi sul tavolo della Prefettura di Como, nell’incontro che è stato ospitato ieri mattina nel Palazzo del Governo di via Volta. All’ordine del giorno c’era la problematica delle aggressioni agli autisti di Asf Autolinee, più volte denunciate in queste ultime settimane dai sindacati di categoria e culminate con il pugno al volto di un autista nel pomeriggio di venerdì 4 marzo (30 giorni di prognosi). Problematica che ha portato il prefetto, Andrea Polichetti , a convocare per ieri mattina un apposito Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica alla presenza dell’azienda di trasporto pubblico, dei rappresentati delle forze di polizia del territorio e anche dei sindacati che rappresentano gli autisti.

Al termine, soddisfazione nelle parole di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Traporti, sigle evidentemente gratificate dalle risposte ricevute e dall’intesa con Asf che sarebbe già stata messa sul piatto. L’azienda avrebbe anche promesso di accelerare le modifiche ai mezzi, anticipando la data che era stata ipotizzata per la fine dell’anno. Non è invece da escludere che il 60% della flotta possa subire modifiche anche prima a tutela appunto degli autisti.

Ma ecco quello che dovrebbe avvenire sugli autobus di linea. Il conducente, oggi protetto solo alle spalle ma non alla sua destra, dove salgono i passeggeri, dovrebbe venire chiuso all’interno del proprio posto guida da barriere di vetro infrangibili, con una sola feritoia per i biglietti. Sui bus inoltre dovrebbero venire installate delle telecamere non in funzione sempre, bensì solo – in caso di bisogno – su intervento dell’autista. I mezzi verranno poi “ricoperti” con una apposita cartellonistica per segnalare ai passeggeri la possibilità di venire video-ripresi. I conducenti dovrebbero partecipare ad appositi corsi di formazione, lezioni tenute dalle forze di polizia. Infine, allo studio c’è anche – da parte dei sindacati – la possibilità di raccogliere le denunce su eventuali aggressioni (sia fisiche sia verbali) direttamente in azienda.

Nel corso dell’incontro, scrive in una nota la Prefettura, «è stata evidenziata la necessità che Asf produca un dettagliato elenco delle linee e degli orari caratterizzati da maggiori criticità e/o ritenuti maggiormente a rischio, onde consentire alle forze dell’ordine di predisporre mirati servizi di vigilanza, anche con il supporto della Polizia Locale». E proprio sulla formazione del personale è stato suggerito «all’azienda di declinare in una sorta di “decalogo comportamentale” ad uso dei conducenti, le raccomandazioni e gli accorgimenti più opportuni».

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