«Noi, quelli che digiunano
In Quaresima solo acqua»

Como: una pratica di fede antica comune a diverse fedi religiose. «Un gesto naturale, insegnato dai nonni. Il senso? Sperimentare la rinuncia»

Preghiera, elemosina e digiuno sono le tre parole che caratterizzano il tempo della Quaresima. Dice papa Francesco che il digiuno «toglie forza alla nostra violenza, ci disarma e costituisce un’importante occasione di crescita».

In particolare sul digiuno il Papa è tornato nei giorni scorsi: «Se non puoi fare un digiuno totale - ha detto -, quello che fa sentire la fame fino alle ossa, fai un digiuno umile, ma vero» e soprattutto fai un digiuno «per aiutare gli altri». Per la Chiesa cattolica, il digiuno andrebbe osservato il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo mentre in tutti i venerdì dell’anno ci si dovrebbe astenere dal mangiare carne; non è obbligatorio ma facoltativo per i bambini al di sotto dei 14anni e per gli adulti sopra i 65anni.

È una pratica che ha un’origine molto antica ed è suggerita anche da molte filosofie orientali, ebrei e i musulmani digiunano ed oggi è suggerita perfino dai medici perché utile a disintossicare il corpo.

Tornando alla religione cattolica, c’è qualcuno che ancora digiuna in Quaresima? Antonello Tiloca, 53 anni, brunatese da 23 anni, racconta: «Per me è naturale. Faccio il digiuno totale il mercoledì delle ceneri e tutti i venerdi di Quaresima da quando ero un ragazzo, 17-18 anni. Quando ero bambino, invece, non mangiavo i dolci».

«Oggi come allora, mi alzo, bevo un cappuccino, durante il giorno bevo solo acqua e ricomincio a mangiare il sabato mattina. Dico che è una cosa naturale perché è un gesto che mi accompagna da sempre, è un’aria respirata in famiglia perché in casa con noi viveva la mia nonna ed è stata lei ad iniziarci. Il senso è provare a rinunciare a qualcosa».

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