«Si è arricchito con il riciclaggio di oro»
Ma i giudici annullano il maxi sequestro

Faloppio: il Tribunale del riesame ha accolto il ricorso dei legali della famiglia. Non ci sarebbe la prova che le case fossero il provento di attività illecite

Secondo Procura e Guardia di finanza non vi sono dubbi: Ezio Vittalini si è arricchito facendo lo spallone di valuta e grazie al riciclaggio di denaro. E, nonostante questo, l’unica condanna (per contrabbando di tabacchi) risale ormai a oltre vent’anni fa, e l’inchiesta aperta nel 2014 per un clamoroso, quanto presunto, giro di oro e contanti tra Italia e Svizzera che ha coinvolto lo stesso Vittalini non è ad oggi approdata ad alcuna sentenza.

Il Tribunale del riesame di Como ha accolto il ricorso presentato dai legali della famiglia di Faloppio (gli avvocati Giuseppe Sassi e Walter Gatti) e ha annullato il sequestro della villa di famiglia, di un capannone industriale a Uggiate e di un’abitazione a Gravedona ed Uniti disposti su richiesta della Procura a carico dell’indagato.

L’annullamento, in toto, del provvedimento di sequestro preventivo arriva a tre settimane dal blitz delle fiamme gialle, che avevano messo i sigilli alla abitazione di Vittalini a Faloppio e agli altri immobili che il capofamiglia aveva trasferito ai figli e alla moglie per - questa l’ipotesi accusatoria - evitare il rischio di una possibile confisca da parte dello Stato, che può rivalersi anche su beni immobili grazie a una serie di disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione antimafia.

In realtà, secondo i giudici del riesame, non vi sarebbe alcuna prova che il trasferimento degli immobili sia stato disposto per fuggire da possibili provvedimenti giudiziari (peraltro moglie e figli, proprio per questo, sono finiti anche loro indagati per trasferimento fraudolento di valori). Non solo, non vi sarebbe anche alcuna prova che gli stessi immobili siano in qualche modo riconducibili alle attività illecite di cui Ezio Vittalini è accusato.

Il provvedimento del riesame, infine. mette anche in dubbio l’esistenza di elementi per contestare a tutta la famiglia Vittalini l’accusa di trasferimento fraudolento di valori. Non è escluso che la Procura presenti ricorso in Cassazione contro il provvedimento. (P. Mor.)

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