
Como Eventi
Giovedì 12 Agosto 2010
Fedeli: "Vi farò ascoltare la voce
di un violino di trecento anni"
Venerdì 13 agosto a Lanzo concerto benefico a favore dell'Associazione italiana sclerosi multipla
Maestro, quando ha cominciato a suonare violini Stradivari?
Dal 2005 ho iniziato un viaggio molto bello con questi strumenti, un viaggio che mi ha dato emozioni molto forti. Non sono più riuscito a separami da questi strumenti. Anche se non è facile trovarne, vengono concessi da collezionisti e privati. Finora sono riuscito a suonarne quattordici, la maggior parte rientrano nel cosiddetto "periodo d'oro" di Stradivari, quello che va dal 1700 al 1720 e che è il migliore dal punto di vista costruttivo e per i risultati sonori.
Come è scattata la passione per questi strumenti?
In occasione di un concerto di solidarietà un collezionista giapponese che mi diede il Maurin-Rubinoff 1731, uno degli ultimi violini costruiti da Stradivari. È nato un rapporto veramente speciale con questo strumento, mi sono trovato tra le mani trecento anni di musica, ho sentito che c'era qualche cosa di diverso, provai un'emozione nel toccarlo che mi ha reso difficile tornare a suonare uno strumento normale. Da lì è iniziata la ricerca di quei collezionisti che magari volevano far suonare il loro strumento ma non sapevano a chi rivolgersi.
Quanti Stradivari originali esistono oggi?
La produzione complessiva di Stradivari ammontava a più di mille strumenti, oggi in giro per il mondo ne sopravvivono non più di 50-60 integri o comunque in grado di suonare.
E devono essere suonati regolarmente?
Gli strumenti devono essere sempre suonati, l'errore che si fa più spesso è di lasciarli in una teca. Uno strumento che non viene suonato è come un atleta che non si allena e pretende di vincere una gara. Suonare un violino è anche il miglior modo per tenerlo sano.
Quindi prima di esibirsi con uno Stradivari lei deve riportarlo in condizioni ottimali?
Certo, devo "fare la mano" sul violino, rimetterlo in condizione di trasmettere le vibrazioni con la stessa velocità di uno strumento allenato e riallineare le fibre del legno.
Che tipo di corde utilizza?
Le corde non sono d'epoca, è stato fatto uno studio sperimentandone nuove tipologie, anche al titanio, che richiamano la dolcezza del suono delle corde di un tempo ma con la potenza di quelle attuali.
Qual è il suo preferito tra gli Stradivari suonati finora?
Difficile dirlo, però ricordo che a un concerto uno dei miei colleghi dell'orchestra mi chiese se poteva provare a suonare lo Stradivari del 1711 che avevo con me. I minuti passavano e lui non si fermava. La scorta mi faceva segno che dovevamo andare, fui costretto a interromperlo: aveva quasi le lacrime agli occhi, era in un altro mondo, diceva di non aver mai sentito un suono così. Portarglielo via è stato come sottrarre un bambino alla mamma. Ecco, forse quello è stato lo strumento migliore che ho avuto per le mani.
In questo periodo quale sta suonando?
Uno strumento del 1726 appartenuto alla Adams Collection, è molto particolare perché è un po' più grande degli altri, infatti lo chiamano "Grand stradivarius". Questione di pochi millimetri, ma il volume d'aria è maggiore, forse era stato costruito su richiesta di qualche violinista che voleva un suono più importante e profondo.
Barbara Faverio
© RIPRODUZIONE RISERVATA