Ferrata e Carloni, dalla Val d'Intelvi al mondo

Otto statuette lignee di Ercole Ferrata e sei ritratti di Carlo Innocenzo Carloni raccontano l'arte dei maestri intelvesi in una mostra alla Pinacoteca Civica di Como. Si tratta di opere straordinarie che provengono dal Museo diocesano di arte sacra di Scaria d'Intelvi (Como)

Otto statuette lignee di Ercole Ferrata e sei ritratti di Carlo Innocenzo Carloni raccontano l'arte dei maestri intelvesi in una mostra, a cura di Maria Letizia Casati e Daniele Pescarmona, alla Pinacoteca Civica di Como.
Si tratta di opere straordinarie, restaurate e messe a confronto per l'occasione, che provengono dal Museo diocesano di arte sacra di Scaria d'Intelvi (Como).
L'omaggio cade nel quarto centenario della nascita di Ercole Ferrata (Pellio Inferiore 1610- Roma 1686) che fu tra i protagonisti della scultura barocca romana, lavorò con Alessandro Algardi e Gianlorenzo Bernini ed ebbe tra i suoi allievi il fiorentino Giovanni Battista Foggini e il maltese Melchiorre Cafà. Accanto al maestro la mostra  celebra un altro celebre emigrato intelvese, il pittore Carlo Innocenzo Carloni (Scaria 1687-1775) che si distinse nella Vienna imperiale soprattutto con gli straordinari affreschi e realizzò sei ritratti di personaggi della famiglia De Allio, che lavorarono a corte. Il percorso espositivo inizia dalle otto statuette in legno di Ercole Ferrata con la Vergine del Rosario, e alcuni santi, tra cui san Pietro, san Giovanni Battista e san Giacomo.
I dettagli minuti dei personaggi, dalla barba alle mani, e della Madonna, dall'espressione del volto al manto, svelano di che pasta sono fatti questi capolavori. Nella prima sala domina un ritratto dedicato a Ercole Ferrata che sembra vegliare su questi gioielli usciti dalla sua bottega e custoditi nella terra natia. La sala che segue documenta la produzione del maestro, dalla statuaria ai monumenti funebri sino agli altari, con una mostra fotografica a pannelli a cura di Ernesto Palmieri. Particolare attenzione è stata prestata all'impresa decorativa della chiesa di Sant'Agnese in Agone a Roma. L'ultima sala vede protagonisti i sei ritratti che Carloni realizzò intorno alla metà del '700 per alcuni personaggi della famiglia di Donato Felice de Allio, architetto e ingegnere militare che lavorò nei paesi della monarchia asburgica ed è sepolto nella cripta dei Cappuccini di Vienna. Sorprendono i particolari delle stoffe nella minuzia cara alla migliore tradizione della pittura fiammingo-francese. Aperta fino al 13 febbraio 2011. Orari: ma-sa; 9.30-12.30 e 14-17, do:10-13. Chiusa: lunedì.

Stefania Briccola

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