Solo una torta in faccia
salva il "cinepanettone"

Mai come quest'anno il film di Natale di Neri Parenti & Christian De Sica, rivela la crisi del genere, con spunti comici pressoché vicini allo zero, recitazione mediocre e donne tanto appariscenti quanto volgari. Eppure il 25 dicembre gli incassi sono stati da record, con quasi 2 milioni e mezzo di euro. Aldo, Giovanni e Giacomo seguono Belen e compagni.

di Bernardino Marinoni

Si replica, con  successo, da 27 anni. Il film che in Italia si considera "di Natale", il cinepanettone, trova un pubblico che si aspetta una farsa e puntualmente se la vede ammannire incartata con quanto basta di esotismo per giustificare il titolo: quest'anno "Natale in Sudafrica", con contorno zoologico suo malgrado coinvolto nella comicità non lieve della pellicola. Neri Parenti la confeziona in due episodi che si sfiorano, in un'occasione, grossolanamente, ma di fatto le due storielle sono autosufficienti, imbastite in funzione degli interpreti, la squadra che il regista Neri Parenti amministra con qualche nostalgia di comica finale (una torta in faccia almeno non manca) ponendosi al servizio di Christian De Sica - inossidabile - in contesa infinita con il fratello Max Tortora (il reparto femminile fa perno su una certa sguaiataggine partenopea, il dialetto essendo uno degli ingredienti antichi del filone) da una parte, dall'altra assecondando Giorgio Panariello e Massimo Ghini (Massimo Rischio, nel film, dove è un chirurgo: nome da freddura, non diversamente che in "A Natale mi sposo" per il personaggio di Massimo Boldi) in un safari dove prendono di mira l'avvenente Belen Rodriguez. In una sceneggiatura nella quale hanno messo mani in cinque si rivedono addirittura i cannibali, con tanto di pentolone. Da notare, come già in "A Natale mi sposo", l'assoluta inconsistenza dei personaggi giovani, e annessi amorazzi. Non fanno ridere.

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