Così la chimica sfida
il movimento della luce

Nell'Anno internazionale della Chimica, oggi Françisco M. Raymo parlerà a Bergamoscienza (che si conclude il 16 ottobre) delle applicazioni in campo della salute. In particolare, la sua conferenza presenterà le sonde molecolari fluorescenti, che permettono di analizzare campioni biologici con microscopi ottici. Ecco una sintesi, in esclusiva per "La Provincia".

di Françisco M. Raymo *

L'obiettivo del nostro programma di ricerca è lo sviluppo di strategie molecolari per superare la diffrazione della luce e registrare immagini fluorescenti con risoluzione nanometrica. Infatti la diffrazione della luce impedisce la messa a fuoco di radiazioni ultraviolette e visibili in volumi  nanometrici e quindi impone pesanti limitazioni sul potere di risoluzione dei microscopi a fluorescenza convenzionali. Molecole fotoattivabili e fluorescenti possono comunque essere risolte nel tempo sulla base di protocolli di illuminazione sistematici o sequenziali, anche nel caso in cui esse siano co-localizzate all'interno dello stesso volume di sub-diffrazione. Di conseguenza la marcatura di campioni biologici con sonde fluorescenti fotoattivabili  offre la possibilità di ricostruire immagini con una risoluzione a livello nanometrico. In questo contesto progettiamo e sintetizziamo strutture molecolari e supramolecolari che incorporano frammenti fluorescenti e fotocromatici. I loro componenti fotocromatici passano da uno stato incolore ad una forma colorata dopo irradiazione ad un'appropriata lunghezza d'onda e ritornano al proprio stato termico originario. Queste trasformazioni fotoindotte e reversibili sono studiate per controllare l'intensità di emissione degli elementi fluorescenti. In realtà la capacità di questi sistemi fluorofori-fotocromatici di emettere radiazioni elettromagnetiche può essere modulata tramite l'influenza di stimolazioni ottiche. In particolare, possiamo progettare diadi molecolari e strutture supramolecolari in grado di passare da una forma emissiva ad una non-emissiva, o viceversa, una volta sottoposti a irradiazione, per poi ritornare spontaneamente allo stato originario. La combinazione unica di proprietà fotochimiche e fotofisiche di questi sistemi funzionali molecolari e supramolecolari, insieme agli adeguati protocolli di "biolabeling" e schemi di eccitazione multifotonica, possono portare alla creazione di preziosi strumenti analitici per la visualizzazione non-invasiva di campioni biologici con precisione nanometrica.
(* Professore del Laboratory for Molecular Photonics, Department of Chemistry, University of Miami)

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