Tra le ombre di Strazzi
poesia dell'inquietudine

Tra le recenti pubblicazioni in versi in libreria, anche la silloge di un autore lombardo che richiama un tema caro anche a Pavese.

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Un libro d'intensa poesia su un tema antico: la morte ci è ombra compagna sempre e da sempre, e la poetica di Strazzi si fa canto e visione dell'oltre che ci preme. «Preesisteva, infatti, in estrema sintesi, accanto al letto di morte della madre, la memoria liturgica del primo sacramento cristiano» scrive Carlo Annoni nella prefazione al libro, facendola seguire dai versi seguenti: «I bambini tremano, ma basta / nenia di una candela / per farli figli della vita immortale» e aggiunge: «Il poeta è giunto a questa conclusione aiutato anche da un'esperienza di eros coniugale assai intensa, ma, come tutto ciò che è vivo, legata al tempo». Canto del dolore certo, ma anche della salvifica figura femminile - la madre, la moglie – che lenisce e accoglie («Sei stata / per un attimo la mia tomba»). Una lezione di consapevolezza, un inno inquieto e vivo: … «non conosco / il movimento che mi porta / ad un'ignota dimora / dove gli angeli abitano / il tempo che ancora non so godere».

 

 

Giuseppe Strazzi, "Ombra compagna", introduzione di Carlo Annoni, Campanotto Editore 2011, 51 pag., 10 euro.

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