La tragedia del Titanic
è diventata un museo

In occasione dei 100 anni dell'affondamento, e in attesa della versione in 3D del film di James Cameron (1997) con Wislet e Di Caprio, la città di Belfast ha realizzato un centro di sei piani, con documenti, cimeli, video e storie. E' il culmine di un lungo percorso verso l'identità personale.

di Maria Tatsos *

Il 2012 sarà l'anno del Titanic. Chi si è commosso nel 1997 con Jack/Leonardo Di Caprio e Rose/Kate Winslet - resi immortali dall'iconica scena sulla prua del transatlantico -  potrà rivederli nella riedizione dell'omonimo film in versione 3D. E grazie a questa nave favolosa e sfortunata, sarà anche l'anno di Belfast, la tormentata capitale dell'Ulster.
Pochi ricordano, in effetti, che il Titanic fu varato nel 1911 nei suoi cantieri e salpò da Southampton per il suo primo e ultimo viaggio il 10 aprile del 1912. Dopo anni di vergogna per la sua tragica fine, i più recenti studi hanno attribuito la responsabilità dell'affondamento a un errore umano degli ufficiali inglesi. L'orgoglio irlandese ne è uscito salvo, come recita un portachiavi-souvenir: «Titanic - costruito dagli irlandesi, affondato da un inglese». In aprile, quando uscirà anche la nuova versione del film, verrà inaugurato a Belfast un fantasmagorico museo a sei piani, dove sono stati ricostruiti fedelmente interi ambienti del lussuoso gioiello tecnologico d'inizio Novecento.
Per Belfast, il museo del Titanic è il culmine di un lungo percorso verso una nuova identità, costruita scrollandosi di dosso l'immagine di città degli attentati e lasciando riposare in pace i suoi oltre 3500 morti, caduti in 30 anni di lotta fra protestanti unionisti, fedeli all'Inghilterra, e cattolici repubblicani. Un percorso iniziato oltre un decennio fa con l'avvio del processo di pace, che ha come pietra miliare la rinuncia definitiva alla lotta armata da parte dell'Ira, il braccio militare dei repubblicani cattolici, nel 2005. Per un altro verso, una data storica è anche quella del 6 novembre scorso. Scelta come location degli Mtv European Music Awards 2011, Belfast ha vissuto l'invasione pacifica di 20mila amanti del pop rock, dimostrando di saper gestire con efficienza un business che ha coinvolto strutture ricettive, commercio, trasporti. E catalizzando su di sé un'audience internazionale di 600 milioni di persone. La pace è relativamente giovane, ma la gente ha un'incontenibile voglia di normalità. Voglia di archiviare gli anni dei Troubles, i disordini che hanno afflitto l'Ulster. E voglia di ricostruire. Chi avesse visitato la città una quindicina di anni fa, oggi stenterebbe a riconoscerla. Enormi aree sono state bonificate e riprogettate. La zona adiacente al centro lungo il fiume Lagan era un'autentica fogna a cielo aperto: liquami e scarichi industriali l'avevano resa invivibile. La Laganside Corporation, attiva dal 1989 al 2007 e creata dallo Stato, ha tramutato quest'area in un quartiere glam. Una diga di sbarramento e un impianto di depurazione hanno fatto ritornare blu le acque del fiume. E il salmone, celebrato da una scultura di John Kindness detta Big Fish, è tornato a nuotare nel Lagan. Nella zona bonificata sono sorti hotel di lusso, moderni edifici per uffici e il teatro Belfast Waterfront Hall, che secondo i locali vanta la seconda migliore acustica al mondo.
Anche la Odyssey Arena, che ha ospitato la serata di Mtv, è frutto della ricostruzione. Certo, la crisi si sente anche da queste parti. Ma la capitale dell'Ulster è una città anagraficamente giovane, che punta al turismo e allo showbiz per crescere. Niall O Donnghaile, 25 anni, è il sindaco più junior della storia di Belfast. Parla gaelico e proviene dalle fila di Sinn Fein, il partito repubblicano. È al timone della città affiancato dalla sua vice Ruth Patterson del Democratic Unionist Party, in una gestione congiunta che esprime entrambe le anime politiche di quest'angolo di Irlanda. «La nostra più grande risorsa sono le persone», ha dichiarato O Donnghaile. La pace ha finalmente cambiato l'atmosfera in città. «Quando ero bambino, il centro di Belfast chiudeva alle 5 del pomeriggio, le persone non venivano in città di notte. Oggi c'è gente che si gode la vita notturna e i luoghi della cultura, dell'arte e della musica».
In una città di tradizione industriale - dall'Ottocento Belfast è stata un polo della cantieristica navale e del tessile, lino in particolare - non è facile creare da zero un'offerta turistica stimolante. Il passato della città è stato tramutato abilmente in un'attrattiva. I Black Taxi Tour propongono la visita dei luoghi dove si verificarono gli scontri più drammatici. A partire da Falls Road, a Belfast ovest, nella zona repubblicana, dove spicca l'iconico murales dedicato a Bobby Sands, morto durante uno sciopero della fame nel 1981. In direzione di Shankill, il quartiere protestante, ci si imbatte nei resti di quello che fu il muro di Berlino di Belfast, tre chilometri che separavano unionisti e repubblicani. Ciò che colpisce, ad anni di distanza dai fatti, è scoprire che la divisione non fu mai ferrea: intere strade erano abitate sia da protestanti, sia da cattolici. E il conflitto, come in Bosnia, fu spesso un'esplosione di violenza fra vicini di casa. La pace ha fatto il miracolo, e le tipiche casette a schiera sono state riedificate in aree bombardate e bruciate. E ora, con il 2012, forse il Titanic completerà l'opera, regalando alla città un corposo flusso di turisti.

(* Direttore di elle.it, la versione on line del mensile "Elle")

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