Cultura e Spettacoli
Venerdì 10 Febbraio 2012
Il "male oscuro"
che affanna il Nord
In Biblioteca a Como, il 10 febbraio, la giornalista Marta Chiavari de La 7 presenta il suo libro inchiesta sulla 'ndrangheta in Lombardia.
Giuseppe Gennari è il giudice di Milano che, negli ultiim due anni, ha mandato in cella oltre un centinaio di persone sospettate di far parte della 'ndrangheta. Chi meglio di lui conosce il polso della presenza della criminalità organizzata in Lombardia? Marta Chiavari, giornalista e scrittrice, lo sa bene. Chi meglio di lui? «Secondo lei, dottore, dalle indagini emerge una regione infiltrata o una regione mafiosa?». Pausa di riflessione. «Temo che la Lombardia sia, ormai, una quinta regione di mafia».
Si chiama "La quinta mafia" (Ponte alle Grazie, 256 pag., 14 euro) il libro che Marta Chiavari, giornalista de La7, ha pubblicato nelle scorse settimane. Una raccolta di storie, eventi, testimonianze che getta un'ombra inquietante su una regione che per anni ha creduto, un po' per ingenuità e un po' per convenienza, che la 'ndrangheta fosse un problema altrui. Un libro che, attraverso la lettura degli atti giudiziari ma, soprattutto, i racconti dei protagonisti - vittime ma non solo - riesce a tratteggiare un quadro che, ancora il giudice Gennari, sitentizza così: «Quello che ho visto succedere negli ultimi anni in Lombardia, non solo da giudice ma ancor prima da cittadino, è sconcertante. E la sensazione è che la realtà sia molto peggiore di quella che è emersa fino a ora. Al Nord la comunità di riferimento ha accettato le logiche mafiose. Un po' per convenienza, un po' per mancanza di anticorpi. Fai finta di non sapere che la scelta mafiosa è una scelta di vita, esistenziale ed è una scelta contro lo Stato».
Marta Chiavari, il 10 febbraio è a Como (ore 21, in Biblioteca comunale) per presentare il suo libro e per parlare di vampiri: i mafiosi che hanno stravolto l'economia lombarda, in particolare il mondo dell'edilizia. Il metodo è ormai consolidato: «L'impresa autoctona prende l'appalto. Poi, di fatto, in cantiere scavano i padroncini calabresi come i Papalia, i Barbaro e altri personaggi legati alla 'ndrangheta. L'imprenditore scherma i calabresi e permette il transito dei soldi dai committenti ai mafiosi. E i committenti possono essere anche amministrazioni pubbliche». Un mondo, quello dell'edilizia e del movimento terra, dove insospettabili imprenditori nostrani si sono trasformati in alleati dei clan. Come Ivano Perego. Ma non solo.
Un costruttore brianzolo doc condannato per associazione mafiosa - si legge nel libro - in un'intercettazione viene sentito dire a un collega emiliano: «Beato lei. Lei vive in una regione che non ha di questi problemi. Vivesse qua, cambierebbe idea». Ma, commenta sconsolata l'autrice: «Qua è la Lombardia, non la Calabria».
Marta Chiavari non chiude la porta alla speranza: «Il livello di compenetrazione della criminalità organizzata in Lombardia non è ancora quello calabrese, siciliano, campano o pugliese, ma se non chiudiamo con fermezza la porta ai vampiri ora, non servirà poi troppo tempo per attestarci al quinto posto tra le regioni di mafia».
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