Cristicchi, talento teatrale
Impegno civile e bravura

Ha presentato ad Albese lo spettacolo "Li Romani in Russia", un monologo intenso sui sopravvissuti alla campagna di Russia. Guarda la fotogallery di Bartesaghi.

di Sara Cerrato

Per chi conosce Simone Cristicchi "solo" come cantautore, "Li Romani in Russia. Racconto di una guerra a millanta mila miglia", è una sorpresa più che positiva.
La prova proposta, l'altra sera, ad Albese con Cassano, ha colpito e convinto il folto pubblico che ha visto Cristicchi nelle vesti di attore - narratore, per uno spettacolo adattato da Marcello Teodonio e diretto con rigore da Alessandro Benvenuti e ormai vero  "caso", con le oltre cento repliche in Italia. Con un intento civile prima che artistico, Cristicchi ha deciso, in onore del nonno, sopravvissuto alla guerra, di portare in scena, in veste di racconto teatrale, il poema di Elia Marcelli, autore della stagione del neorealismo. In quei versi, che dalla vivida parlata romanesca traggono forza e umanità, si racconta la campagna in terra russa, vista con gli occhi di un semplice fante, uno dei pochi sopravvissuti all'immane strage nelle immense pianure dell'Est. Il racconto, accompagnato dalla evocativa prova del Coro alpino Orobica, diretto dal maestro Don Bruno Pontalto,  era una dolente cronaca della tragedia, innescata dalle menzogne del potere, dai magniloquenti sogni di gloria impossibile, dalle avverse condizioni unite alla povertà di mezzi e di armi. Nel racconto di Marcelli, portato al pubblico da Cristicchi, con intensità e capacità recitativa senza se e senza ma, un monito contro la guerra, mostro bestiale e disumano e l'appello ad una fratellanza non solo retorica che permetta di  lavorare insieme per un futuro più degno e senza orrori. Applausi convinti per uno spettacolo notevolissimo.

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Eco di Bergamo CRISTICCHI AD ALBESE