Cultura e Spettacoli
Sabato 09 Marzo 2013
Esercizi di stile
di gran moda
I fashion consultant più famosi della tv, protagonisti di "Buccia di banana" con Giusi Ferré su Sky, hanno condensato in un libro, che si presenta il 9 marzo a Como, la loro filosofia. Per essere belle basta poco, ma senza personalità nemmeno il più costoso degli abiti riuscirà vincente... Vai al loro sito
Antonio e Roberta sono sposati e, da oltre vent'anni, formano una solidissima coppia professionale: sono i Murr, tra i maggiori esperti di moda & trend in Italia. Noti al grande pubblico per la collaborazione con Giusi Ferrè al programma "Buccia di banana" (in onda ogni giovedì su Sky 127 e su La7D del digitale terrestre), firmano "Vestiti con stile" (Kowalski, 256 pagine, 14 euro), un manuale con sottotitolo: "Dai più famosi consulenti di moda, tutti i consigli per volerti bene ed essere sempre bella". A rendere suggestivo questo libro, accurato e competente, è una speciale attenzione alla persona. Come a dire: sì alla moda, ma con intelligenza e un occhio particolare alle emozioni. Non a caso, in copertina, campeggia un cuore. Sabato 9 marzo "Vestiti con stile" sarà presentato al pubblico dagli autori, a Como, alla boutique Vanilla, in via Rusconi 39, a Como.
La celebre guru dei cosmetici Elizabeth Arden sosteneva che "Non esistono donne brutte, ma donne pigre". Lo credete anche voi?
Secondo me, nella moda, come in tutti gli altri ambiti della vita, bisogna volersi bene - dice Antonio - Va compreso che siamo esseri unici, con pregi e difetti. L'accettazione di quello che si è non è facile, ma rappresenta il punto di partenza per trovare un equilibrio. Dico sempre a Roberta che il nostro libro è una bacchetta magica.
Perché?
Alcune riflessioni che facciamo possono sembrare scontate. Ma non lo sono, perché invitano a scavare in noi stessi, prima di qualsiasi discorso sulla moda o sullo stile.
Siete un po' psicologi. Come è iniziato tutto?
È vero, ci siamo sempre occupati di far fiorire le persone, con il nostro lavoro. Siamo partiti entrambi come fashion editor, poi siamo diventati consulenti delle aziende per i prodotti. La svolta - continua Antonio - risale alla nascita di nostro figlio Mario. Roberta attraversava una fase di depressione post partum: l'ho portata a Los Angeles, città del mare e del sole. Non essendo una città della moda, ma del cinema, ci ha spinti a reinventarci professionalmente, come fashion consultant di ricche signore di Bel Air e di tante celebrities.
Dalle celebrities alle donne comuni, qual è l'atteggiamento delle donne verso la moda?
Le donne, a tutti i livelli sociali e professionali, sono esseri forti ma anche fragili e vulnerabili - ammette Roberta - E vengono sottoposte di continuo a ritmi frenetici. Hai un figlio? Devi essere veloce a rientrare nel mondo produttivo, perfetta per un sistema che ci vuole madri, mogli, professioniste sempre al massimo delle possibilità. Poi, nel ciclo di vita della donna, contano anche gli ormoni, ci sono trasformazioni. In altre parole: non c'è la "donna", ci sono tante "donne" e una varietà di stati esistenziali.
Come parlare di moda alle adolescenti?
Attraversano un'età inquieta, le ragazzine sbocciano come fiori e, insieme, si scontrano con modelli rigidissimi. In tante ci chiedono aiuto. L'importante è far passare l'idea di non omologarsi, anche se a quell'età il gruppo di riferimento è qualcosa di essenziale. Accettarsi è il punto di partenza. Se un'adolescente è costituzionalmente una ragazza curvy, non può stravolgersi: può imparare a valorizzare il proprio corpo.
Poi, ci sono le mamme. Molte donne non si piacciono più quando arrivano i figli...
Quando si mette al mondo un bambino, è normale che le attenzioni vadano al figlio. La mamma invece diventa una macchina - continua Antonio - Oltre a stressarsi, sente una società che la vuole perfetta. No, così non va. Anche la maternità può segnare una svolta nella propria immagine; può essere un momento costruttivo e gratificante.
Belle sì, ma fino a quando?
Fino a cent'anni e oltre - convengono Roberta e Antonio - Perché lo stile è una cosa che parte da dentro, un fattore di pura personalità. Si può essere griffatissime e non farsi notare. Viceversa, un abitino vintage, può risultare vincente se portato con grazia e carattere.
Cosa vi proponete, con il vostro saggio?
Di rompere gli schemi. È quello che facciamo da oltre vent'anni.
Cosa pensate del fast fashion?
Amiamo la democratizzazione della moda. Personalità e identità sono la bussola per raggiungere uno stile che si impone.
Un consiglio su tutti?
La crisi ha fatto emergere una strategia perfetta per imporre il proprio modo di essere - conclude Roberta - Lo chiamo "il mix and match". Ognuno può davvero costruirsi uno stile con poche mosse attente: il check up dell'armadio, un po' di vintage, qualche capo di moda low cost, accessori giusti. L'importante è avere consapevolezza di sé e volersi bene.
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